Lorenzo Insigne ha parlato della Nazionale italiana e delle sue perplessità su alcune modalità di convocazione che, a suo parere, sono valide solo in Italia. Il giocatore ex Napoli, attualmente al Toronto in MLS, ha espresso il suo rammarico per non essere stato più convocato a causa, secondo lui, di un pregiudizio verso chi gioca fuori dall’Italia.
"I sudamericani che stanno in Serie A possono fare ogni volta 13 ore di volo, perché a noi non è consentito?"
— GOAL Italia (@GoalItalia) November 14, 2024
Lorenzo Insigne spera ancora in una chiamata dell'Italia: "Alla Nazionale non si dice mai addio, nemmeno dopo i 40 anni. E io ne ho solamente 33" 🇮🇹 pic.twitter.com/9iOqliT1I9
“Solo qui chi va a giocare lontano è automaticamente escluso dalla Nazionale” ha dichiarato l’attaccante in un’intervista a Repubblica. Paragonando l’Italia ad altri Paesi, il calciatore ha osservato che i giocatori sudamericani tornano regolarmente nei loro Paesi per le convocazioni, nonostante le lunghe ore di volo.
A 33 anni, Insigne non si sente un ex della Nazionale e spera di poter rappresentare l’Italia al Mondiale 2026. “Noi siamo l’Italia, quattro volte campioni del mondo. Non basta solo tornarci, dobbiamo giocarci da protagonisti“. In Canada, nazione che ospiterà i Mondiali insieme a Usa e Messico, si respira già grande attesa per l’evento.
Insigne: “Spero che la Nazionale italiana ai Mondiali giochi a Toronto”
Insigne spera che la Nazionale possa giocare una partita a Toronto, città in cui vive una nutrita comunità italiana pronta a supportare gli Azzurri. L’ex giocatore del Napoli non nasconde la delusione per le recenti mancate qualificazioni della Nazionale ai Mondiali, episodi che considera una “macchia” nella propria carriera. Ma guarda anche al futuro con fiducia: la guida di Luciano Spalletti sta dando nuova linfa alla squadra, puntando sui giovani e sui talenti emergenti.
“Il cammino in Nations League è stato ottimo, e la fiducia nei giovani è la strada giusta per costruire il futuro”, ha sottolineato Insigne. Che tra i ricordi più belli della sua carriera, ha menzionato il gol al Belgio agli Europei, con un tiro a giro da fuori area. “Fu il gol più importante della mia carriera. Non eravamo i più forti, ma la nostra coesione ci ha permesso di vincere“. Quell’Italia vincente rappresenta per lui il massimo orgoglio, un simbolo di quanto un gruppo solido possa raggiungere obiettivi straordinari.
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