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Inchiesta ultras: ingressi multipli e tessere “riciclate”, dai biglietti un mare di soldi 

Inchiesta ultras ultime notizie

Inchiesta ultras ultime notizie, emergono molti altri particolari dopo l’operazione che ha portato all’arresto di 19 esponenti delle curve di Inter e Milan accusati a vario titolo di associazione a delinquere e nel caso di alcuni nerazzurri con l’aggravante dell’aver agevolato una consorteria di mafia. In particolare emerge il “peso” dei biglietti, un mare di soldi che è al centro dei business sporchi degli ultras finiti sotto inchiesta.

L’inchiesta ha messo in luce un vasto sistema di illeciti gestito dai vertici delle Curve di Inter e Milan, che si estendeva dai parcheggi al controllo sugli ambulanti, fino alle pressioni esercitate sui servizi di catering. Tuttavia, il vero fulcro degli affari era la gestione dei biglietti, che rappresentava la principale fonte di guadagno. Le modalità erano diverse: i tagliandi, ottenuti direttamente dalle società e poi rivenduti a prezzi maggiorati, le tessere “riciclate”, e l’utilizzo del metodo più comune, ossia l’ingresso multiplo attraverso i tornelli. In tutto questo, alcuni steward, su direttive degli ultras, permettevano l’ingresso di persone senza biglietto, talvolta con la complicità volontaria o sotto minaccia. (continua dopo la foto)

La gestione degli ingressi a San Siro fulcro dei business illeciti

Il controllo sugli ingressi allo stadio era cruciale, poiché garantiva guadagni facili per i gruppi organizzati, spesso sfuggendo ai controlli. I profitti variavano in base all’importanza della partita e alla posizione dei posti, ma si trattava comunque di somme significative e immediatamente accessibili su carte PostePay. Gli investigatori, basandosi sulle intercettazioni, hanno riportato dichiarazioni esagerate di alcuni arrestati, che parlavano di milioni di euro. Sebbene sia impossibile una stima precisa, tali affermazioni offrono un’idea dell’enorme giro d’affari.

Le tecniche per l’ingresso irregolare erano diverse: dalla “doppietta”, ossia l’uso di un solo biglietto per far entrare più persone, agli “imbucati” che si introducevano nello stadio durante il trasporto di striscioni e coreografie, fino allo scambio di tessere. Questi ingressi erano organizzati da figure chiave come Debora Turiello, ora agli arresti domiciliari, per la Curva Nord dell’Inter, e Roberta Grassi, non indagata, per la Curva Sud del Milan. (continua dopo la foto)

Fondamentale per l’operazione era anche la collaborazione, volontaria o forzata, degli steward. Alcuni accettavano di collaborare, mentre altri, sotto minaccia o violenza fisica, erano costretti a seguire le direttive degli ultras. In diverse occasioni, gli addetti alla sicurezza venivano affiancati da membri delle Curve, che indicavano chi far entrare senza controlli. In almeno un caso, il capo ultras della Nord, Andrea Beretta, arrestato anche lui, ha sfidato un Daspo per impartire istruzioni direttamente a uno steward, aprendo il cancello di servizio o favorendo ingressi multipli con un solo biglietto.

La situazione è diventata insostenibile anche per alcuni steward, che hanno confessato l’esasperazione. “Gli ultras mi indicano chi far entrare, e io li faccio passare,” ha ammesso uno di loro, aggiungendo che in questa stagione le richieste erano diventate esagerate. Un altro, in una conversazione telefonica con Marco Ferdico, un altro leader della Nord arrestato, si lamentava: “Mi avevi detto dieci persone, ne sono arrivate 150!”

Le minacce erano all’ordine del giorno: “Tu devi aprire, altrimenti non lavori più” era la frase più “gentile”. In alcuni casi, le intimidazioni si trasformavano rapidamente in violenza. Durante la partita Milan-Roma dell’11 aprile, uno steward che aveva bloccato una “doppietta” è stato aggredito da ultras rossoneri. “Prima mi ha dato uno schiaffo, poi un pugno,” ha raccontato la vittima. Questo era il modus operandi, ma la speranza è che non debba più ripetersi.

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