Disastroso incendio in Italia: la terra continua a bruciare. La giornata di ieri ha segnato un nuovo picco di emergenza: oltre 40 roghi da nord a sud, intere località turistiche evacuate, strade bloccate e centinaia di persone in fuga. Il maestrale ha reso impossibile ogni tentativo di contenimento, costringendo i soccorritori a un lavoro incessante. Mentre si contano i danni, le forze dell’ordine indagano sull’origine del rogo più devastante.
Emergenza in Sardegna: evacuati residence e hotel
La situazione più critica si è verificata lungo la costa orientale, tra le affollate località turistiche di Sos Alinos, Cala Liberotto e Marzellinu, dove le fiamme si sono propagate all’alba dal costone di Su Crastu, spinte da forti raffiche di maestrale. L’incendio ha presto minacciato case, strutture ricettive e strade, provocando scene di panico.
Il residence “Cala Viola” è stato evacuato interamente, mentre centinaia di turisti e residenti hanno lasciato spontaneamente le abitazioni, portando via solo l’essenziale. Il fumo ha reso l’aria irrespirabile e ha causato problemi respiratori a una donna e al suo bimbo di 5 mesi, soccorsi dal personale sanitario.
Canadair e volontari in azione per contenere i fronti
Le operazioni di soccorso sono iniziate alle 9 del mattino e hanno coinvolto tutte le forze disponibili. Il Corpo forestale, i Vigili del fuoco, Forestas, Barracelli, Carabinieri, Polizia e decine di volontari della Protezione civile hanno presidiato la zona. Tre Canadair da Olbia, un Super Puma da Alà dei Sardi e un altro elicottero da Sorgono hanno effettuato lanci d’acqua per ore.
A terra, 13 mezzi dei Vigili del fuoco e numerose squadre hanno evitato che le fiamme raggiungessero le abitazioni. La statale 125 è stata chiusa nel tratto più colpito, bloccando centinaia di veicoli. Circa 150 persone, rimaste isolate, hanno trovato rifugio nella parrocchia di Sant’Antonio a Orosei.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva
