
Il Giro d’Italia 2025 continua a entusiasmare. L’undicesima tappa, da Viareggio a Castelnovo ne’ Monti, è stata caratterizzata da battaglie in salita, attacchi forsennati, distacchi risicati. E dalle fuga di un Richard Carapaz in versione de luxe, capace di staccare tutti sull’ultima asperità di giornata, la Pietra di Bismantova, e trionfare in solitaria come nei suoi giorni migliori.
Giro d'Italia. A Castelnovo ne' Monti Richard Carapaz ha vinto alla sua maniera. Alle sue spalle Isaac Del Toro ha avvisato tutti che con lui dovranno vedersela sino all'ultima tappa di montagna. Di @Giostuzzihttps://t.co/5zBoXdAJYQ
— Il Foglio (@ilfoglio_it) May 21, 2025
Già dai primi metri si capisce che la tregua è finita. Wout van Aert ci prova subito, ma dura il tempo di un respiro. A movimentare la corsa ci pensano poi Marcellusi, Mattia Cattaneo e una lunga serie di tentativi spezzati dall’alta andatura del gruppo. La prima vera svolta arriva ai piedi della terrificante Alpe San Pellegrino, con pendenze che toccano il 18%.
È qui che Lorenzo Fortunato, in maglia azzurra, decide di accendere la miccia: si prende i punti del GPM e si conferma re degli scalatori, mentre alle sue spalle Poels, Bilbao, Plapp e Quintana lo inseguono senza successo. Discesa tecnica, gruppo che temporeggia, e la fuga prende corpo con cinque uomini in testa e un vantaggio che supera i due minuti.
A controllare il peloton è la UAE, che tiene d’occhio le mosse di Roglic, Ayuso e soprattutto della maglia rosa Isaac Del Toro. Sulle rampe di Toano, Fortunato torna davanti, facendo bottino pieno per la classifica degli scalatori. Ma il gruppo non dorme: la Lidl-Trek comincia a tirare forte, e il vantaggio della fuga cala. A 30 km dal traguardo, il destino della tappa è ancora un rebus.
Problemi meccanici per Poels, Quintana che brucia Fortunato allo sprint intermedio, Pedersen che tira come un forsennato: il finale si incendia. La fuga arriva con un vantaggio ridotto ai piedi dell’ultima salita. Quando la strada si impenna verso la Pietra di Bismantova, Carapaz esce dal nulla come un felino in caccia. Il gruppo dei big si guarda e l’ecuadoregno non ci pensa due volte: scappa via, guadagna una trentina di secondi mentre dietro la UAE impiega troppo tempo a riorganizzarsi.
Giro d’Italia, Del Toro resta in rosa
Del Toro tiene botta, Roglic si muove tardi, Ayuso lo marca come un’ombra. Adam Yates prova a rilanciare l’inseguimento, ma davanti Carapaz vola. L’ecuadoregno si prende anche i punti del GPM e resiste alla rimonta del gruppo, con la pioggia a rendere il finale ancora più epico.
L’equadoregno vince con 21 secondi di vantaggio, regalando alla corsa rosa una delle immagini più potenti di questa edizione. Alle sue spalle, Del Toro dimostra di avere anche lo spunto veloce: batte Ciccone e Pidcock nella volata dei migliori, con uno sguardo lanciato indietro a cercare Ayuso, segno di una leadership solida ma non priva di tensioni.
Carapaz risale al sesto posto della generale, Fortunato consolida il suo primato nella classifica degli scalatori, ma il dato più significativo è un altro: i primi 10 in classifica sono ancora racchiusi in pochi secondi. Questo Giro non ha ancora un padrone, ma tanti pretendenti pronti a giocarsi tutto.
Domani si va da Modena a Viadana: 172 chilometri apparentemente più tranquilli, ma attenzione alle sorprese, perché questo Giro ha già dimostrato di regalarne parecchie.
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