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Garlasco, scoperta assurda dai tabulati telefonici: “Era già morta”

Sempio e i cellulari degli amici

Ma non è tutto. I magistrati stanno analizzando anche il traffico telefonico di Andrea Sempio, altro nome comparso nell’inchiesta, e i suoi contatti con Roberto Freddi e Mattia Capra, amici con cui scambiò chiamate e messaggi il 13 agosto. Comunicazioni di cui, però, non c’è traccia nelle testimonianze fornite all’epoca. Gli inquirenti ora vogliono recuperare i vecchi cellulari e verificare. A destare sospetti anche una chiamata del 12 agosto che Stefania Cappa, cugina di Chiara, dice di aver fatto al fisso dei Poggi: non risulta nei tabulati.

Il “super testimone” e l’oggetto misterioso

In questo mosaico, riemerge anche la figura di Marco Muschitta, testimone controverso. Il 27 settembre 2007 dichiara ai carabinieri di aver visto Paola Cappa, gemella di Stefania, la mattina del delitto, tra le 9.30 e le 10, pedalare in via Pascoli. La descrive con un dettaglio disturbante: avrebbe avuto con sé “un piedistallo tipo da camino, grigio canna di fucile, con una specie di pigna sulla cima”. Muschitta in seguito ritratta tutto, ma viene intercettato mentre dice al padre: “Io lo so che avevo ragione”. Il padre risponde con pragmatismo: “Lo hanno fatto per proteggerti. Magari altri testimoni dicevano che quella persona lì era da un’altra parte, e tu eri incastrato”. Querelato per calunnia dal padre di Paola, Muschitta verrà assolto. Il tribunale crederà alla sua ritrattazione. Ma l’ombra di quella dichiarazione resta. La nuova inchiesta della Procura di Pavia non si fonda su prove sensazionali, ma su incastri, discrepanze, assenze e presenze nei tabulati. Ogni dettaglio tecnico, ogni chiamata apparentemente insignificante, potrebbe svelare l’identità dell’assassino. Diciotto anni dopo, il caso Garlasco non ha ancora scritto la parola fine.

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