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Garlasco, Roberta Bruzzone rompe il silenzio sul movente di Stasi

Garlasco, Roberta Bruzzone rompe il silenzio sul movente di Stasi – Il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione dopo la recente perizia sul Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Le conclusioni dell’incidente probatorio sono attese a breve, mentre il confronto tra esperti e addetti ai lavori si intensifica. Tra le voci più autorevoli emerge quella della criminologa Roberta Bruzzone, che ha fornito una valutazione dettagliata sul movente attribuito ad Alberto Stasi.

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Garlasco, Roberta Bruzzone rompe il silenzio sul movente di Stasi

Durante una recente trasmissione su Rete 4, Roberta Bruzzone ha confermato la propria convinzione sulle responsabilità di Alberto Stasi, già condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi. Nonostante le nuove ipotesi su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e indagato per concorso in omicidio, la criminologa definisce tale pista come “collaterale” e priva di elementi oggettivi che possano collocare Sempio sulla scena del crimine.

Roberta Bruzzone, criminologa interviene sul caso Garlasco

Movente: analisi sulla relazione tra Stasi e Poggi

Secondo Bruzzone, il movente si radica nelle difficoltà interne al rapporto tra Alberto Stasi e Chiara Poggi. Sebbene la coppia apparisse unita, emergevano tensioni latenti. La criminologa sottolinea come Chiara avesse segnalato insoddisfazioni nella relazione, specie durante una “settimana di prova generale di convivenza”, che avrebbe evidenziato ulteriori criticità nel loro equilibrio personale.

Alberto Stasi, imputato nel caso Garlasco

Materiale investigativo: dettagli emersi sugli atti processuali

Il fulcro dell’analisi di Roberta Bruzzone riguarda la sfera privata di Stasi, in particolare i gusti personali che, secondo la criminologa, rappresentavano un “problema rilevante”. Gli investigatori hanno rinvenuto oltre 16.000 file digitali, archiviati con precisione, contenenti materiale giudicato dagli esperti carcerari “estremamente violento e scioccante”, con elementi ricorrenti quali “sedere” e “scarpe col tacco”. Per Bruzzone, la paura di essere smascherato avrebbe potuto diventare un fattore scatenante nell’omicidio.

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