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Garlasco, che cos’è questa storia dell’impronta femminile: cosa sappiamo

Impronte digitali e nuove comparazioni

Tra gli elementi già oggetto di nuova analisi, spicca una vecchia impronta digitale ritenuta a lungo irrilevante, poiché non attribuibile. Oggi, grazie alle moderne tecniche forensi, l’impronta mostra ben 15 minuzie compatibili con quelle di Andrea Sempio. Un elemento che, se confermato, potrebbe rimettere in discussione l’intero impianto accusatorio su cui si è basata la condanna di Stasi. Oltre alle impronte, le nuove indagini puntano anche alla ricostruzione dettagliata della dinamica dell’omicidio, partendo dall’analisi delle tracce di sangue trovate nella villetta e dalle numerose ferite inferte a Chiara Poggi. L’arma del delitto non è mai stata individuata con certezza. Per anni si è ipotizzato l’uso di un martello da muratore, ma recentemente sono emerse nuove ipotesi: due testimonianze parlano di un attizzatoio o di una pinza da camino. A coordinare queste verifiche sono i Carabinieri, su delega della Procura guidata da Fabio Napoleone, nell’ambito di un incidente probatorio disposto dalla giudice Daniela Garlaschelli.

Bloodstain Pattern Analysis e nuove speranze investigative

Le attività di indagine includono anche una sofisticata Bloodstain Pattern Analysis, cioè lo studio delle macchie di sangue sulla scena del crimine. L’obiettivo è determinare come si siano formate, e quale tipo di oggetto le abbia provocate, in un puzzle di dettagli che, oggi, potrebbero offrire risposte finalmente più chiare. Chiara Poggi, all’epoca 26enne, fu uccisa con violenza e il suo corpo fu poi trascinato e gettato giù dalle scale che portavano alla cantina. In quell’area vennero trovate numerose impronte, molte delle quali giudicate inutilizzabili. Oggi, però, grazie all’evoluzione delle tecniche investigative, si cerca di attribuire un’identità a quelle tracce che all’epoca sembravano mute.

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