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Formula 1, Norris domina le libere in Bahrein: ma arriva la zampata di Hamilton

Formula 1, un cielo rovente, sei rookies al volante e pochi veri titolari in pista: il primo turno di prove libere del GP del Bahrain ha più l’aspetto di una sessione sperimentale che di un antipasto di gara. Ma tra l’incognita della sabbia e l’asfalto viscido, Lando Norris trova comunque il modo di piazzare un giro da manuale: 1:33.202, il miglior tempo di una sessione molto particolare.

Alle spalle della McLaren volante di Norris, emerge una sorpresa: Pierre Gasly, che sembra improvvisamente ridare fiato a un’Alpine finora rimasta in apnea. Terzo, con un guizzo nel finale e gomme soft, è Lewis Hamilton, autore di un lampo che infiamma i tifosi della Ferrari, in fervida attesa di un segnale di rinascita.

Hamilton, con la sua SF-25, mette la firma su una prestazione che, seppur condizionata dalle condizioni in cui si sono corse queste prime libere, lascia un messaggio: il pilota inglese c’è, ed è pronto a battersi. Il distacco da Norris è importante – 596 millesimi – ma l’impressione è che il sette volte iridato abbia scelto il momento giusto per mostrare il potenziale della Ferrari.

Formula 1, Hamilton lascia aperte una porta alla speranza

Un colpo secco, quasi una dichiarazione d’intenti, in un turno in cui mancavano nomi pesanti: Verstappen, Leclerc e Russell tutti assenti, sostituiti da giovani promettenti. Ma Hamilton no: lui c’era, e ha voluto farsi notare.

La top five si chiude con Albon (Williams-Mercedes) e Ocon (Haas-Ferrari), ma è il pacchetto di giovani a rubare parte della scena. Il migliore è l’inglese Luke Browning, che piazza un onorevole 13° tempo sulla Williams di Sainz. Dietro di lui il ferrarista svedese Dino Beganovic, poi Vesti, Iwasa e uno sfortunato Andrea Kimi Antonelli, costretto al rientro anticipato ai box per un guasto tecnico sulla Mercedes W16.

Quella di oggi è stata poco più di una prova generale, utile più ai team per raccogliere dati che ai piloti per cercare la prestazione. Il vero Bahrain inizierà con la seconda sessione, in condizioni più simili a quelle della gara. Ma se c’era bisogno di un indizio per capire il clima in casa Ferrari, la performance di Hamilton ha perlomeno lasciato aperta la porta alla speranza.

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