Domenica 7 dicembre, alle 14 italiane, a Yas Marina la Formula 1 affronterà l’ultima sfida dell’anno. E quei 58 giri decideranno un Mondiale straordinario, con tre piloti ancora in corsa per la vittoria finale, con Lando Norris davanti a tutti grazie ai 12 punti di vantaggio che gli permettono di correre senza l’obbligo della vittoria.
#F1 | GP Qatar 2025: Lusail, un mondo parallelo (ma non compatibile) alla Formula 1
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✍️ di: Simone Casadei
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La McLaren gli ha consegnato una macchina stabile e forte nei long run, elemento determinante sugli spazi del tracciato di Abu Dhabi. Norris arriva da favorito se non altro perché ha più punti degli altri ed è in buona forma, aspetti decisivi in un contesto così teso. La MCL39 è competitiva e lui conosce già la pista, che gli è congeniale. (continua dopo la foto)

Ma essere leader comporta rischi: il carico psicologico, la tentazione di correre “di controllo”, la possibile gestione complicata delle gomme posteriori e la presenza ingombrante del compagno Oscar Piastri, rivale diretto in un contesto così delicato e con McLaren che lasciando piena libertà ai piloti rischia davvero di perdere un titolo che sembrava ampiamente già vinto.
L’ultima volta che il Mondiale si decise all’ultima gara fu nel 2021, quando Max Verstappen superò Lewis Hamilton in una corsa carica di polemiche. Stavolta lo scenario è diverso: l’olandese non ha nulla da perdere. Verstappen a “testa sgombra” è un avversario che nessuno vorrebbe affrontare, e nelle ultime otto gare ha recuperato 104 punti, risucchiando le due McLaren.
La Red Bull ha lavorato per adattare la vettura ai tratti stop-and-go del circuito, rendendola più efficace nelle sezioni lente e medie. Verstappen è abituato a vivere questi finali: sa quando forzare, quando attendere, come leggere i momenti.
Parte da 12 punti di ritardo, abbastanza per costringerlo a una gara aggressiva ma pulita. Se Norris dovesse chiudersi in difesa e Piastri trovasse spazio, Max rischierebbe duelli che consumano gomme e ritmo. Inoltre, anche vincendo, il suo destino non dipende solo da lui. (continua dopo la foto)

Piastri è il terzo uomo della contesa. In Qatar è apparso brillante, anche se la strategia lo ha penalizzato. Ha superato le aspettative e si è guadagnato il posto tra i grandi, ma il crollo dopo il GP d’Olanda pesa ancora. Corre libero da pressioni, consapevole che qualsiasi risultato potrebbe risultare insufficiente in classifica.
Il vero limite è l’inesperienza: non ha mai affrontato un finale mondiale di questo peso. Il suo ruolo è ambiguo, né outsider puro né pilota da ordini di scuderia. Gestire la gara senza ostacolare Norris può essere complesso, soprattutto su un circuito che premia il controllo delle gomme, settore in cui Piastri ha mostrato qualche incertezza.
A Yas Marina dovrà attaccare, ma sapendo che il suo destino dipende dagli altri. Servirà un’impresa enorme, qualcosa che sfiora il miracolo. Chi la spunterà davvero? Sarà la pista a parlare, nell’ultimo tramonto della stagione.
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