Un anno fa, ad Abu Dhabi, la Ferrari si giocava il titolo Costruttori contro la McLaren. Oggi lo scenario è completamente cambiato. Zero vittorie, appena sette podi, quarto posto finale e ultima tra i top team: un bilancio che certifica un campionato largamente sotto le aspettative.
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— Linea Laterale (@linealaterale) December 15, 2025
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Il 2025 si chiude così tra delusione e interrogativi. L’inverno diventa uno snodo cruciale, perché il vero obiettivo è già fissato: il 2026, anno del nuovo regolamento tecnico. Ma prima, a Maranello, c’è da fare i conti con problemi strutturali che vanno oltre la pista. (continua dopo la foto)

Nel momento più delicato della stagione, la proprietà ha scelto il silenzio. John Elkann, durante i mesi del rinnovo di Fred Vasseur, è rimasto lontano dalle telecamere, alimentando la sensazione di una presenza distante. Quando ha parlato, lo ha fatto con parole che hanno lasciato il segno: “I piloti dovrebbero parlare meno e concentrarsi sulla guida”.
Una frase che stride con la linea portata avanti da Lewis Hamilton, fortemente voluto dallo stesso Elkann, che ha invece costruito il suo primo anno in rosso sull’idea opposta: confronto continuo, discussione interna, cambio di approccio. Il corto circuito comunicativo è evidente e diventa uno dei simboli della stagione.
Anche verso l’esterno la gestione è apparsa complicata. A Charles Leclerc e Hamilton è stato chiesto di abbassare i toni, ma davanti ai microfoni la situazione si è progressivamente deteriorata. All’inizio i due piloti hanno provato a difendere il progetto, nonostante una partenza disastrosa. Poi qualcosa si è incrinato.
Hamilton ha lasciato trapelare frustrazione e sconforto, arrivando a definirsi “inutile” e a ipotizzare che la Ferrari avrebbe fatto meglio a scegliere un altro pilota. Leclerc, invece, ha scelto la via del sarcasmo, ammettendo che il momento più divertente dell’ultima gara è stato guardare i monitor con la lotta per le prime posizioni.
Il clima interno si è fatto pesante. Le spiegazioni della crisi spesso non coincidono tra piloti e Vasseur, mentre a Maranello tornano a circolare voci e malumori. In Ferrari, a differenza di altri top team, nei momenti difficili ogni ruolo sembra improvvisamente in discussione. Una fragilità strutturale che rende più difficile prendere decisioni lucide e coraggiose. (continua dopo la foto)

Tutto converge sul 2026. Vasseur ha ammesso che lo sviluppo della vettura attuale è stato di fatto abbandonato a fine aprile, per concentrare ogni risorsa sul nuovo ciclo tecnico. Anche Hamilton guarda lì, definendola “la prima Ferrari su cui ho davvero lavorato”, portando idee e appunti, chiedendo di essere coinvolto nelle scelte future.
Ma il tempo stringe e le pressioni aumentano. Leclerc e Hamilton hanno bisogno di una macchina da titolo. Se il progetto non sarà all’altezza, le conseguenze potrebbero essere pesanti: il possibile ritiro per il sette volte campione del mondo, ormai quarantenne, e una scelta diversa per il monegasco, sempre meno disposto ad accettare stagioni anonime.
Il prossimo anno non è solo una nuova opportunità. È un passaggio obbligato. La Ferrari ha deciso di puntare tutto sul futuro, facendo all-in su un progetto che deve funzionare. Perché questa volta, davvero, sbagliare non è un’opzione.
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