Agghiacciante scoperta all’obitorio della città: un’indagine della procura avviata un anno fa avrebbe portato alla luce pratiche sconvolgenti per cui sarebbero ora indagate, a vario titolo, sei persone. Man mano che i dettagli emergono, il quadro che si delinea è di una gravità inaudita: oggetti e effetti personali dei defunti sarebbero stati sottratti in un contesto in cui il rispetto della memoria e della dignità avrebbe dovuto essere sacrosanto. Familiari increduli e attoniti affrontano ora una realtà che mescola dolore e rabbia, mentre la comunità tutta si interroga sulla fiducia da riporre in chi ha responsabilità su un ambito così delicato. Gli investigatori cercano di chiarire l’entità delle azioni e le responsabilità individuali, in un’inchiesta che promette di scoperchiare verità tanto crudeli quanto inaspettate.

La segnalazione che ha dato avvio alle indagini
Un’indagine coordinata dalla Procura di Milano e riportata dal Corriere della sera ha portato alla luce una vicenda inquietante che coinvolge sei persone, tra dipendenti ed ex dipendenti dei servizi funebri e cimiteriali del Comune. I soggetti sono accusati a vario titolo di furto e ricettazione per la presunta sottrazione di gioielli e altri oggetti di valore da salme affidate alla gestione pubblica.

L’inchiesta all’obitorio di Milano
L’inchiesta è scaturita da una segnalazione giunta da un familiare di un defunto, insospettito da irregolarità riscontrate durante le procedure funebri. Da quel momento, le forze dell’ordine hanno iniziato una serie di accertamenti che hanno permesso di individuare almeno sei episodi di sottrazione di beni. Gli investigatori non escludono che i casi possano essere più numerosi.
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