Alla vigilia della sfida di Champions contro l’Eintracht Francoforte, Antonio Conte si presenta davanti ai giornalisti più combattivo che mai. Il tecnico del Napoli, pur concentrato sul match del Maradona, non nasconde l’amarezza per quello che considera un clima eccessivamente critico intorno alla squadra.
“Quando si presentano i presidenti a parlare dopo una partita, pensano sempre di poter dare un indirizzo importante.”
— Andrea Tiberio (@AndreaTiberio7) November 2, 2025
Antonio Conte pic.twitter.com/bHboGWvpSu
Tra difesa dei propri giocatori, frecciate sugli arbitri e uno sguardo alla classifica, la conferenza di Conte si trasforma in un vero manifesto d’orgoglio.
Conte parte con tono fermo: “Qui si cerca sempre il bicchiere mezzo vuoto. Abbiamo avuto mille difficoltà, eppure guardo la classifica e vedo il Napoli primo. In tre mesi solo critiche: prima ci pompavano, poi hanno cercato di deprimere l’ambiente. Ma i ragazzi hanno dato tutto”.
Il tecnico difende il gruppo e rilancia: “Il Napoli in alto dà fastidio. Non so perché, ma quando questa squadra lotta per le prime posizioni qualcuno sembra infastidito. Io dico solo di restare compatti: siamo sempre lì, nonostante tutto, e forse è proprio questo che spaventa gli altri”.
Poi, una stoccata a chi ha parlato di un calendario favorevole: “Altro che cammino semplice. Dopo l’Eintracht avremo il Qarabag, che ha 6 punti e può fare turnover in campionato. Non è una passeggiata”.
Sul piano europeo, Conte cerca il riscatto dopo le difficoltà iniziali. “Domani sarà una partita importante, come tutte in Champions. Dobbiamo ritrovare equilibrio e certezze. Quando abbiamo battuto lo Sporting mancavano cinque titolari della difesa, eppure abbiamo vinto. Dobbiamo saper dividere le fatiche e ampliare la rosa dei titolari: Elmas e Gutierrez ne sono l’esempio”.
Il tecnico sottolinea ancora una volta il concetto chiave: “Non servono più gol, serve trovare le chiavi per vincere. Questo fa la differenza”.
Il finale è dedicato al tema arbitrale, che Conte affronta con cautela solo in apparenza. “Appena si parla di arbitri, li mandiamo in confusione. È successo di tutto e di più, ma se ne parli ti dicono che li condizioniamo. La verità è che il sistema è fragile: dopo il primo soffio di vento, vedete cosa è successo”.
Poi il riferimento diretto al Var: “A volte interviene anche su decisioni corrette, creando più problemi che soluzioni. Cerchiamo di essere collaborativi, ma serve più solidità e coerenza. Così non si va lontano”.
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