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Chiara Petrolini in silenzio davanti al Gip, parla il suo avvocato

Le parole dell’avvocato: ecco perché è rimasta in silenzio

“Chiara si è avvalsa della facoltà di non rispondere – ha dichiarato il suo avvocato, sottolineando di non voler rilasciare commenti ai giornalisti – una scelta tecnica diciamo, è ovvio che questo non significa che in un altro momento non possa rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio. Così come ha fatto in due circostanze in precedenza, una volta presentandosi spontaneamente, una volta essendo interrogata. Io credo abbia anche fornito un contributo per nulla irrilevante per la ricostruzione dei fatti”. (Continua a leggere dopo le foto)

chiara petrolini

La richiesta di privacy

Le prime dichiarazioni di Chiara Petrolini sono state rese note il 2 settembre, quando ha raccontato di aver affrontato un parto in solitudine e di aver dato alla luce un bambino nato morto il 7 agosto. Ha anche spiegato di aver pianificato di voler rivelare la situazione ai genitori al loro rientro dagli Stati Uniti. Inoltre, ha negato di aver cercato di accelerare il parto e ha smentito l’esistenza di una gravidanza precedente, su cui gli inquirenti avevano già espresso dei sospetti.

La famiglia della 21enne “chiede che si rispetti la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti – sottolinea infine il suo legale – e che si rispetti anche il legittimo silenzio che hanno scelto di mantenere. Questa è una vicenda tragica da qualunque punto di vista la si voglia guardare”. Nel frattempo, il procuratore di Parma, Alfonso D’Avino, è intervenuto con una nota in risposta al presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che aveva criticato il “circo mediatico” causato dai silenzi della Procura.

D’Avino ha affermato: “Quanto al circo mediatico ci si permette di evidenziare che un conto è dare informazioni su ciò che è accaduto, anche ricercando fonti di prova in giro per il paese, altro conto è assediare letteralmente per giorni interi con telecamere, microfoni e taccuini i protagonisti delle vicende, quali indagati, persone offese, rispettive famiglie, e le loro abitazioni”.


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