Entra a far parte delle discipline olimpiche a partire da Tokyo 2020, ma per gli appassionati di arrampicata è già un must: il boulder, o bouldering, un tipo di attività su roccia che ha delle caratteristiche particolari, e proprio per questo è sempre più amato. Si tratta di un tipo di arrampicata che si effettua su un masso (‘boulder’ inglese), e che si distingue dalle altre specialità del climbing per specifiche caratteristiche.
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Che cos’è il bouldering
Innanzitutto, il bouldering si pratica ad altezze che raggiungono un massimo di 6-8 metri (oltre queste altezze diventa free solo, il rock climbing a corpo libero), ma che mediamente rimangono intorno ai 3-5 metri. Lo scopo è arrampicarsi su un masso esclusivamente utilizzando il proprio corpo, senza far affidamento su corde e imbragature. Occorre perciò eseguire movimenti in sequenza piuttosto impegnativi dal punto di vista fisico, che devono per forza prevedere uno studio del percorso effettuato in precedenza. Si dice in gergo ‘risolvere un problema’ quando si compie una via col bouldering, breve ma ad alta intensità.
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Proprio in virtù del corpo libero l’unico strumento di sicurezza che si utilizza nel bouldering è un materassino, chiamato crash pad, che attutisce eventuali cadute. Lo si posiziona sotto il masso (anche più di uno, in caso di terreni particolarmente accidentati) che si va a scalare, ed è pensato per ridurre l’impatto in caso di caduta. Inoltre, quando si pratica boudering c’è spesso un compagno di arrampicata che funge da spotter, ovvero si posiziona in modo da ‘parare’ la caduta ed evitare che avvenga al di fuori del crash pad. Naturalmente si può praticare il bouldering anche in palestra, con pareti attrezzate, o su massi artificiali. In questi contesti la sicurezza è maggiore, ma con molta probabilità l’emozione è inferiore.
Un tempo il bouldering, che è nato in Inghilterra, era praticato più come allenamento per l’arrampicata e l’alpinismo che come disciplina a sé stante. Ma è negli anni ’30 che l’alpinista Pierre Allain lo cominciò a praticare a Fontainbleu diffondendone la fama e rendendo la cittadina francese una sorta di ‘patria’ del bouldering. Ad oggi, Inghilterra e Francia rimangono i paesi in cui si pratica maggiormente. Ma anche l’Italia vanta numerosi ‘adepti’ e diversi spot ideali per questo tipo di arrampicata.
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