
“Mi fa ridere chi parla di tragedia per Sinner“. Paolo Bertolucci va dritto al punto dopo la sconfitta dell’azzurro contro Carlos Alcaraz agli Us Open. Per l’ex campione azzurro e voce di Sky non ci sono drammi, ma semplicemente la realtà di due fuoriclasse che si affrontano sul filo dei dettagli. “Se uno dei due cala anche solo del 5% perde, lo sport è questo. Non c’è nulla di clamoroso“, ha spiegato in un’intervista a Fanpage.it.
Un Jannik sorridente in stile brutalista per chiudere con serenità questo comunque strepitoso usopen 2025.
— Michele Montedoro (@MicheleMontedo4) September 9, 2025
Il futuro lo aspetta. Il passato è comunque da celebrare.
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Il rendimento al servizio e la gestione dei momenti chiave sono stati i limiti principali del nuovo numero due del mondo. Di fronte, però, c’era un Alcaraz perfetto, capace di trasformare in punti pesanti ogni minima occasione concessa. “Contro un giocatore come Carlos, non puoi permetterti di regalare nulla“, ha sottolineato Bertolucci. (continua dopo la foto)

Per Bertolucci, Sinner resta comunque al vertice del tennis mondiale, ma con spazi di crescita da colmare con piccolissime correzioni. “Ci sono sempre cose da migliorare, non margini enormi ma dettagli. Millesimi di secondo, come in Formula 1″, ha detto l’ex azzurro. Varietà di gioco, tenuta fisica e gestione tattica restano gli aspetti da affinare per rendere ancora più completo il bagaglio tecnico di Jannik.
Sul rapporto con lo staff, Bertolucci ha respinto le facili speculazioni: “Lo sa lui cosa deve fare, è lui che vive l’interno del suo team. Mi fa ridere leggere analisi di gente che sta a centomila chilometri di distanza e dice cosa dovrebbe cambiare. Ognuno pensi ai propri affari“. (continua dopo la foto)

Per l’ex Davisman, il vero divario oggi è tra Sinner e Alcaraz da una parte e tutti gli altri dall’altra. “La fascia di Tsitsipas e Medvedev è superata. Bisogna aspettare che arrivi qualcuno con la stessa mentalità che loro due hanno avuto nei confronti di Djokovic e Nadal“. In assenza di nuove leve con quella intensità, il dominio dei due appare destinato a durare.
Bertolucci non ha risparmiato critiche al sistema: “La cosa che mi è piaciuta meno degli Us Open è l’organizzazione, è stata una gestione demenziale. A parte il primo match delle 11 non si sa mai a che ora si gioca. Negli altri sport si conosce il calendario con mesi di anticipo, nel tennis invece regna l’incertezza. È un modo in cui lo sport si fa male da solo“.
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