Ancelotti e Guardiola sono forse i due tecnici più titolati e apprezzati al mondo. Eppure oggi sono sulla graticola per le pessime prestazioni delle loro squadre, reduci da sconfitte clamorose e inaspettate, anche nelle proporzioni, in campionato e in Champions.
Viktor Gyokeres vs Manchester City. pic.twitter.com/e7Ne5Stl0d
— Sporting CP Adeptos 🏆 (@Sporting_CPAdep) November 6, 2024
Le ultime prestazioni di Real Madrid e Manchester City in Champions League certificano un momento di crisi per due delle panchine più celebri del calcio europeo. Le recenti debacle in patria e sui campi europei preoccupano le società e i tifosi, in particolare in campo continentale, dove con la nuova formula a girone unico le sconfitte possono risultare molto pesanti.
L’1-3 subito dal Real Madrid contro il Milan non è solo un singolo inciampo, ma l’ennesimo passo falso per la squadra spagnola, che era già reduce dal clamoroso 0-4 con cui si era concluso il “Clasico” contro il Barcellona. Un disatro che ha moltiplicato i dubbi su una squadra che, nonostante l’incredibile valore individuale, fatica a trovare equilibrio. E qualcuno comincia a pensare che sia difficile far convivere i numerosi “fenomeni” presenti in rosa.
Ancelotti non è nuovo a periodi di difficoltà, ma ora la sua filosofia, che tanto ha fruttato in passato, sembra non bastare più nelle grandi sfide europee. I suoi meriti sono indiscutibili, ma è innegabile che il suo Real Madrid sia irriconoscibile, così come le prestazioni dei fuoriclasse che ha in rosa. M’Bappè non riesce a incidere come potrebbe, Bellingham è letteralmente sparito, lo stesso Vinicius sembra essere in calo.
La prestazione contro un ottimo Milan è stata sconcertante anche dal punto di vista degli equilibri di squadra. Il centrocampo non ha mai filtrato ed era costantemente saltato dagli avversari, la difesa era latitante, tanto che a ogni attacco dei rossoneri, anche quelli portati da un singolo giocatore, il Real sembrava completamente in balia degli avversari. Un po’ meglio l’attacco, penalizzato però dalle pessime prestazioni degli attori principali.
Anche Pep Guardiola, l’allenatore che ha rivoluzionato il calcio con la sua filosofia di gioco, è finito nel mirino della critica. La sconfitta contro lo Sporting Lisbona per 4-1 è stata un duro colpo per il City, che non perdeva tre partite consecutive dal 2018. Guardiola, pur scontando numerose assenze (tra cui quelle di Rodri, Stones, Ruben Dias, Bobb e Grealish), ha visto sgretolarsi la sua squadra in una partita che all’inizio sembrava sotto controllo, almeno fino al vantaggio iniziale di Foden.
L’allenatore catalano ha visto la sua filosofia di gioco messa in discussione da un avversario veloce e pratico. Il City è stato del tutto incapace di reagire alla grandinata di gol subiti nella seconda parte della partita. Nonostante il roster stellare, la squadra non sembra sopportare l’assenza di Rodri, neo Pallone d’Oro, che ha lasciato un vuoto enorme nel centrocampo dei Citizens.
Ancelotti e Guardiola, serve una svolta
Guardiola ha cercato di giustificare la prestazione dei suoi, ma il peso di un 4-1 in una competizione come la Champions non può passare inosservato. Soprattutto dopo la sorprendente sconfitta di Birmingham in campionato.
Il contrasto tra le filosofie dei due grandi allenatori è evidente. Guardiola è noto per il suo gioco offensivo e per l’ossessiva ricerca del possesso palla. Ancelotti, invece, è sempre stato un maestro nell’adattarsi alle circostanze, ma in questa stagione la sua capacità di gestione sembra essere messa alla prova più che mai.
Nonostante le difficoltà, è ancora troppo presto per parlare di crisi definitiva. Ma è anche evidente che il Real Madrid e il Manchester City stanno affrontando notevoli difficoltà, soprattutto a livello psicologico e di gestione delle risorse. Il vero giudizio arriverà solo alla fine della stagione, ma è necessario che per entrambi i club i più ricchi e temuti d’Europa, sia necessaria una svolta a breve termine.
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