Alpinisti morti, i parenti non si arrendono: «Esposto in procura, non dovevano farli salire»
«Avrebbero dovuto impedire l’accesso a tutti gli alpinisti, come avviene in altre località. Luca e Cristian sono stati colti di sorpresa dalla bufera e non hanno potuto fare nulla per salvarsi. Se avessero vietato a loro e ad altri escursionisti di salire, forse a quest’ora non staremmo qui a piangerli», ha detto sempre il fratello di Luca Perazzini. I parenti avevano già detto che la funivia andava chiusa, solo così i due alpinisti avrebbero potuto salvarsi. (continua a leggere dopo le foto)
Le parole dei soccorritori: «Le loro voci li tenevano uniti»
«Erano vicini, non più di cinque metri l’uno dall’altro. Le loro voci li tenevano uniti, anche se non potevano vedersi», ha raccontato Marco Iovenitti, vice capo stazione del Soccorso Alpino dell’Aquila, l’ultimo ad averli sentiti al telefono. Un legame profondo, quello tra i due amici romagnoli, che li ha sostenuti fino agli ultimi istanti. Il freddo purtroppo ha avuto la meglio su di loro. «Abbiamo dato il massimo, ma sapevamo che ogni ora in più riduceva le possibilità di trovarli vivi», ha dichiarato Alessandro Marucci, capo stazione del Soccorso Alpino dell’Aquila e professore di Ingegneria, uno dei soccorritori.