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Champions, la stampa spagnola boccia l’arbitro di Inter-Barcellona: “C’è il madridista Marciniak”

Tutto il mondo è paese, soprattutto quando si parla di arbitri e polemiche. Non fa eccezione la Spagna, dove il clima in vista della semifinale di ritorno di Champions League tra Barcellona e Inter si sta surriscaldando. Al centro delle critiche, ancora prima del fischio d’inizio, c’è Szymon Marciniak, l’arbitro polacco designato per dirigere la partita.

A Barcellona non ci sono dubbi: Marciniak è un madridista. Almeno, secondo parte della stampa sportiva catalana.

Sport e Mundo Deportivo all’attacco

A guidare la carica sono i quotidiani Sport e Mundo Deportivo, che non si limitano a esprimere perplessità, ma lanciano accuse dirette. Il sospetto? Che l’arbitro sia favorevole al Real Madrid – e dunque, per logica campanilistica, contro il Barcellona e a favore dell’Inter.

Non si parla più di timore per una direzione di gara discutibile, ma di una vera e propria illazione preventiva che ha il sapore del complotto internazionale. Una condanna già emessa, senza appello.

Le “prove” della stampa catalana

Secondo Sport e altri media locali, le prove dell’inclinazione madridista di Marciniak sarebbero diverse:

  • una foto con una pochette riportante lo stemma del Real Madrid;
  • precedenti discussi in partite che hanno coinvolto i Blancos, come:
  • il rigore annullato a Julián Álvarez in Atlético-Real;
  • il fuorigioco fischiato a De Ligt in Real-Bayern della scorsa edizione della Champions.

Dettagli che per i media catalani non sono semplici coincidenze, ma indizi gravi, precisi e concordanti. Anzi, per loro, sono prove inconfutabili di parzialità.

Un clima teso alla vigilia della semifinale

L’episodio conferma quanto la tensione intorno al Barcellona sia elevata. Il club blaugrana, già al centro di controversie arbitrali nel corso degli ultimi anni (basti pensare al caso Negreira), ora sembra convinto di essere vittima di un altro disegno ostile.

E intanto, con queste premesse, la semifinale contro l’Inter rischia di essere giocata non solo sul campo, ma anche sul piano delle percezioni, delle narrative e delle accuse preventive.

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