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Milan, via al casting per allenatore e diesse: ma chi decide davvero?

Il Milan è in pieno fermento per programmare il futuro, ma dietro le quinte si gioca una vera e propria partita a scacchi. Con l’addio ormai certo di Sergio Conceição, la società rossonera è alla ricerca di un nuovo allenatore e di un direttore sportivo per rifondare una squadra che ha deluso in questa stagione.

Il problema è che il processo decisionale appare frammentato e segnato da tensioni interne tra le diverse anime del club. E infatti, nella lista dei candidati alla panchina rossonera emergono due nomi opposti per filosofia di gioco e per “sponsor”.

Da una parte Massimiliano Allegri, il pragmatismo fatto persona, sostenuto dall’amministratore delegato Giorgio Furlani. Dall’altra Cesc Fabregas, apprezzato per la costruzione del gioco, che intriga Zlatan Ibrahimovic e Geoffrey Moncada. Un duello che potrebbe complicarsi con l’ingresso di altri profili, segno che la direzione tecnica non è ancora stata chiaramente definita.

Se la scelta dell’allenatore appare ancora in bilico, quella del direttore sportivo non è da meno. L’uomo in pole position sembra essere Fabio Paratici, ex Juventus e Tottenham, profilo gradito a diversi dirigenti. Ma il Milan valuta anche Igli Tare, ex Lazio e vicino a Ibrahimovic, e Markus Krösche, attuale ds dell’Eintracht Francoforte.

Anche Thiago Scuro, nome meno noto, è tra le opzioni. Ma il vero paradosso è che il Milan potrebbe scegliere il tecnico prima ancora del diesse, una dinamica che lascia più di un dubbio sulla coerenza della strategia rossonera.

Milan, una pericolosa lotta di potere

Dietro le scelte per il futuro del Milan si nasconde una lotta di potere tra le due anime del club: i cardinaliani, fedeli a RedBird e a Gerry Cardinale, e gli elliottiani, che mantengono ancora una forte influenza sulla società. A mediare è Giorgio Furlani, fresco di viaggio negli Stati Uniti per discutere il futuro del club con la proprietà.

Nel frattempo, il Milan deve concludere la stagione nel modo più dignitoso possibile. C’è ancora la Coppa Italia da inseguire e un piazzamento europeo da blindare. Ma la squadra è apparsa spesso discontinua e l’addio anticipato di Conceição non aiuta a creare stabilità.

La sensazione è che a fine campionato verrà tirata una riga definitiva e non è scontato che tutti i dirigenti rimangano al proprio posto. La rivoluzione è appena cominciata, ma chi avrà davvero l’ultima parola?

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