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Matteo Berrettini, il ritorno di “The Hammer”: analisi di una rinascita

Dopo venti mesi difficili, tra infortuni e delusioni, Matteo Berrettini sembra finalmente rinato. Al Qatar ExxonMobil Open di Doha, l’azzurro ha mandato un segnale fortissimo, tornando a esprimere un tennis di altissima qualità. E sono molte le voci che fanno ben sperare per un ritorno del nostro campione ai livelli già raggiunti in passato.

Le vittorie su Novak Djokovic e Tallon Griekspoor hanno acceso nuove speranze sul suo futuro, mostrando un Berrettini più solido, aggressivo e in fiducia. La vittoria più clamorosa è arrivata all’esordio contro Djokovic, battuto in due set con numeri impressionanti: 13 ace, l’85% di punti vinti con la prima di servizio e tre palle break annullate su tre. Un dominio che ha ricordato il Berrettini dei giorni migliori.

Anche contro Griekspoor, superato agli ottavi in tre set, l’italiano ha confermato la sua solidità: 23 ace, nessuna palla break concessa e ben 50 vincenti. Oltre ai risultati, è il gioco di Berrettini a sorprendere. Il servizio e il dritto sono tornati devastanti, ma a impressionare è soprattutto il rovescio, più sicuro e meno vulnerabile.

Matteo Berrettini, i passi verso la risalita

La condizione fisica appare molto migliorata, e gli permette di sostenere scambi più lunghi senza cedere. Anche la fiducia sembra essere in costante crescita: il gladiatore di una volta è di nuovo in campo. E nei suoi occhi si legge grande determinazione. Un aiuto decisivo è venuto anche dalle buone prestazioni in Coppa Davis a fianco di Jannik Sinner, che hanno dato un contributo decisivo per la conquista del secondo trofeo in due anni.

La strada per tornare nell’élite del tennis è ancora lunga, ma le premesse sono incoraggianti. Con pochi punti da difendere nei prossimi mesi, Berrettini ha una grande occasione per scalare la classifica. Se il suo corpo lo assisterà, il 2025 potrebbe essere l’anno della definitiva rinascita.

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