Jannik Sinner e Iga Świątek si sono trovati accomunati da un problema con il doping. Anche se i casi hanno suscitato reazioni simili, le differenze tra le situazioni sono importanti e meritano di essere esaminate attentamente. Entrambi i giocatori hanno affrontato accuse relative a sostanze dopanti, ma la natura della contaminazione e le risposte delle autorità sportive sono diverse.
Ecco com'è andata la faccenda della positività all'antidoping di Iga Swiatek. E perché non c'entra nulla con quella di Jannik Sinner. https://t.co/Sptiqk4N9T
— Riccardo Bisti (@riccardobisti) November 29, 2024
Una delle somiglianze principali tra i due casi è la contaminazione accidentale. Sinner ha sostenuto che la sostanza dopante fosse presente nel suo organismo a causa di un massaggio durante il quale sarebbe entrato in contatto con il Clostebol. Una situazione simile si è verificata per Świątek, che ha subito una contaminazione da trimetazidina dopo aver acquistato un integratore di melatonina contaminato.
In entrambi i casi, i tennisti hanno negato qualsiasi intento illecito, sostenendo che la contaminazione fosse completamente fuori dal loro controllo. Le differenze tra i due casi sono sostanziali. In primo luogo, la natura delle sostanze dopanti è diversa. Mentre Świątek ha assunto una sostanza che, pur essendo vietata, non era chiaramente indicata come tale sull’etichetta dell’integratore, Sinner è venuto a contatto con una sostanza proibita di natura anabolizzante.
Questo solleva questioni più complesse sul grado di responsabilità, con i difensori di Sinner che sostengono l’assenza di intenzione di doping, tesi riconosciuta valida dall’Itia. Ma la Wada, nonostante la precedente assoluzione del tennista italiano, ha deciso di impugnare la sentenza.
Jannik Sinner e Iga Swiatek, le differenze
Anche l’approccio legale è differente. Mentre Świątek ha ricevuto una squalifica di un mese, la cui durata è stata ridotta grazie alla circostanza di “colpa non grave“, Sinner deve attendere il riesame della sua situazione, con la possibilità di una squalifica che potrebbe variare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 24.
La squalifica di Świątek è stata breve e ha avuto un impatto minore sulla sua carriera, mentre nel caso di Sinner la decisione finale potrebbe avere conseguenze più pesanti. Mentre la vicenda della tennista polacca si è conclusa in tempi rapidi con la squalifica già scontata, il caso di Sinner è ancora in attesa di un giudizio definitivo.
La Wada ha impugnato la sentenza e il caso sarà valutato dal Tas a febbraio 2025. La decisione finale potrebbe arrivare alla fine del mese, ma non è escluso che venga rinviata a causa degli impegni sportivi di Sinner. Questo aumenta l’incertezza sul futuro del tennista azzurro, mentre la Swiatek ha già potuto tornare in campo.
Quindi, anche se entrambi i casi riguardano contaminazioni accidentali, le differenze nelle sostanze dopanti, nel trattamento delle accuse e nelle tempistiche legali segnano linee di demarcazione tra i due atleti e le loro vicende.
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