x

x

Vai al contenuto

Bremer, Zapata, Rodri: mai così tanti infortuni al ginocchio nel calcio. L’esperto spiega perché

Duvan Zapata infortunio


I campionati di calcio sono iniziati da meno di due mesi, eppure si sono già registrati numerosi infortuni, molti dei quali – i più gravi – riguardano il ginocchio. Da Zapata a Bremer, passando per Rodri del City e Carvajal del Real Madrid, fino a Ter Stegen, portiere del Barcellona, e altri ancora. Anche giocatori come Florenzi e Scamacca hanno subito infortuni nella fase di pre-campionato, mentre Ferguson, centrocampista del Bologna, si è fatto male sul finire della stagione scorsa.

Gli infortuni al ginocchio, in particolare le lesioni del legamento crociato e del menisco, sono perciò al centro della discussione tra giocatori e osservatori. Molti attribuiscono queste problematiche a un calendario troppo fitto, che mette a dura prova il fisico degli atleti. Secondo Alberto Momoli, chirurgo e presidente della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia, il sovraccarico di partite non è l’unico fattore da considerare.

“Le troppe partite sono una falsa pista”, afferma Momoli in un’intervista all’Adnkronos Salute. “È vero che più match si disputano e più aumentano i rischi di farsi male, ma ci sono altri fattori. Il calcio è cambiato e oggi si è arrivati a un mix di velocità e potenza che sollecita intensamente le articolazioni, soprattutto il ginocchio”. Il cambiamento nello stile di gioco, caratterizzato da accelerazioni, decelerazioni e movimenti improvvisi, aumenta il rischio di lesioni, specialmente quando il ginocchio è sottoposto a tensioni elevate.

Bremer, Zapata, Rodri; il perché dell’ecatombe

Momoli sottolinea che il fenomeno non è limitato solo ai professionisti: anche molti dilettanti, che giocano a calcio su campi sintetici senza un adeguato allenamento, sono vittime di queste lesioni. “La lesione del crociato ha più cause”, spiega l’esperto. “Se nel gesto del tiro è la caviglia la struttura più sollecitata, nelle cadute dopo un colpo di testa e nei movimenti di corsa e deviazione dall’asse, è il ginocchio a essere messo sotto sforzo. I legamenti, come il crociato, il menisco e il collaterale, sono fortemente sollecitati”.

“Inoltre”, prosegue il professore, “le masse muscolari molto sviluppate dei calciatori moderni aumentano la tensione su queste strutture”. Dopo un infortunio al legamento crociato, i tempi di recupero sono lunghi. “Tecnicamente, un crociato non torna in campo prima di 6-7 mesi”, precisa Momoli. “Un professionista di alto livello fa i suoi conti su questo, indipendentemente dal chirurgo. C’è un tempo biologico dovuto al trapianto del tendine, che ha bisogno di mesi per stabilizzarsi, seguito da una riabilitazione che deve essere svolta con attenzione”.

Leggi anche:

Argomenti