Una vicenda drammatica si è conclusa oggi al tribunale di Venezia, con la sentenza relativa alla morte di Debora Berto, una donna di 45 anni che è deceduta per un infarto dopo essere stata dimessa dall’ospedale con una diagnosi errata. Il medico responsabile, un uomo di 36 anni, ha patteggiato la pena di un anno con la sospensione condizionale.
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Debora Berto è morta dopo essere stata dimessa
Il tragico episodio ha avuto luogo l’11 dicembre 2020, quando Debora Berto si è recata al pronto soccorso dell’ospedale di San Donà di Piave, lamentando dolori al braccio e al polso sinistri. Nonostante i sintomi, il medico non ha approfondito adeguatamente la situazione e ha diagnosticato alla donna una semplice “brachialgia”. Debora è stata dimessa con una terapia antidolorifica e una prescrizione per una risonanza magnetica al rachide cervicale fissata per il 16 dicembre, senza ulteriori approfondimenti. Purtroppo, proprio il 16 dicembre alle 12.45, Debora Berto ha subito un malore fatale a casa sua, collassando su un tavolo. Nonostante i tentativi di soccorso del figlio e del marito, la donna è deceduta prima dell’arrivo dell’ambulanza. La famiglia ha affidato il caso allo studio legale Studio 3A, al fine di fare chiarezza sulla vicenda e valutare eventuali responsabilità mediche.
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La sentenza del tribunale di Venezia
Nel corso del processo, emerse che il medico non aveva tenuto conto di fattori importanti, tra cui gli eventi scatenanti i sintomi di Debora, la loro qualità e gravità, andando contro le raccomandazioni della buona pratica clinica in situazioni di emergenza. Alla luce di queste mancanze, il medico è stato ritenuto colpevole di omicidio colposo. Oggi, durante l’udienza preliminare, il medico ha patteggiato la pena di un anno con la sospensione condizionale. Questo tragico episodio solleva importanti questioni sulla necessità di una corretta valutazione e diagnosi medica, soprattutto in situazioni in cui una diagnosi errata può avere conseguenze fatali. La famiglia di Debora Berto spera che questo caso porti ad una maggiore consapevolezza sui protocolli medici e sulle responsabilità dei professionisti sanitari nel garantire la sicurezza e la salute dei pazienti.