Marcell Jacobs torna a parlare e lo fa con una sincerità che pesa come piombo. Il velocista azzurro, oro nei 100 metri a Tokyo, ammette di aver perso la scintilla che lo teneva legato alla pista: “Sono successe troppe cose, faccio fatica a tenere acceso l’entusiasmo”. È la confessione che nessun appassionato di atletica avrebbe voluto leggere.
Dove eravamo rimasti. Sulla pista di Tokyo così centrale per Marcell Jacobs che ci ha vissuto giorni straordinari alle Olimpiadi del 2021 e ore irreali nel Mondiale del 2025 da cui è uscito senza più voglia di correre.
— La Stampa (@LaStampa) December 9, 2025
Tre mesi dopo come sta?
«Ancora in fase di riflessione. Sono… pic.twitter.com/aA4IAGZwEE
In un’intervista alla Stampa, Jacobs ammette che la sua carriera è a un bivio: “Sto ancora riflettendo. Se vado avanti non è per gli Europei, ma per arrivare fino a Los Angeles 2028. Però senza entusiasmo è inutile”. Parole che lasciano capire quanto il peso degli ultimi mesi stia incidendo. (continua dopo la foto)

A logorare Jacobs non è solo il calo di motivazioni, ma anche un rapporto incrinato con la Federazione. “Non sono più tra gli atleti top? Lo sapevo, ma non mi ha toccato”, dice, spiegando come già nel 2025 gli accordi fossero saltati.
Il velocista però non nasconde l’amarezza: “Con la finale a Parigi ho dimostrato di esserci. Non mi sembrava di essere da buttare. Mi hanno presentato nuovi parametri, li rispetto, poi scopro che ad altri è andata diversamente. Mi sento preso in giro”. E cita anche il confronto con Tamberi: “Gimbo sa mantenere i rapporti, al presidente Mei piace. Io ho un altro carattere, non riesco a fingere”.
Tra i fattori che hanno destabilizzato Jacobs c’è l’ormai noto caso spionaggio, una vicenda che lui stesso definisce gravissima: “Pagare qualcuno per frugare negli affari miei è inconcepibile. Mi ha travolto, ha violato la mia privacy. E da una persona con cui avevo condiviso la nazionale nel 2014”. (continua dopo la foto)

Jacobs però riconosce a Filippo di aver avuto il coraggio di affrontare la questione: “Mi ha chiamato subito, l’imbarazzo è durato cinque minuti”.
Poi l’altro macigno: le voci sul doping. “Ci sono migliaia di persone che vivono di storie prese dai social. Qualcuno ha fatto passare l’idea che io sia comparso alle Olimpiadi e poi sparito. Chi non segue l’atletica ha deciso che fosse vero”. Ed è proprio in questa tempesta fra personale, pubblico e privato che oggi galleggia la sua decisione: continuare o fermarsi?
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