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Carlos Alcaraz parla della rivalità con Sinner: “Siamo ossessionati”

Carlos Alcaraz apre il cuore in una lunga intervista a Marca, parlando della sua rivalità con Jannik Sinner, avversario in finale alle recenti ATP Finals di Torino. “Credo che sia Sinner che io siamo ossessionati l’uno dall’altro“, confessa il numero uno del mondo. “Lui ha perso pochissime partite negli ultimi due anni e la maggior parte è stata contro di me”.

Il murciano analizza la dinamica dei confronti diretti: “Jannik deve guardare e riflettere su ciò che deve migliorare per battere il giocatore che non è riuscito a sconfiggere più volte. È logico ed è normale. Io invece ho perso contro più giocatori, ma il mio pensiero è cercare di migliorare e fare le cose necessarie affinché, la prossima volta che ci affronteremo, io sia un giocatore molto migliore”.

Alcaraz non dimentica, però, Novak Djokovic: “Passano gli anni, ma è ancora lì: è il numero quattro del mondo e ha raggiunto la semifinale in tutti i tornei del Grande Slam. Ha il livello e la motivazione, perché il fisico glielo permette, per continuare a competere e restare al massimo livello. È vero che, negli ultimi anni, sia Jannik che io siamo quelli che siamo stati più vicini a lui. Può darsi che stiamo passando a un’altra generazione”.

Carlitos ha dovuto rinunciare alla Coppa Davis per un infortunio, ma non perde la speranza: “Non so se la Coppa Davis mi debba qualcosa, ma di una cosa sono sicuro: prima o poi arriverà il momento“. (continua dopo la foto)

“Preferirei che fosse prima che poi, ma un giorno accadrà. L’unica volta in cui ho potuto vedere la Coppa Davis dal vivo è stata a Valencia, in uno Spagna-Germania. È stata l’unica occasione in cui ci sono andato da spettatore, con la partita storica di David Ferrer contro Kohlschreiber. È stato un momento incredibile”.

Sulla longevità e la possibilità di giocare fino a raggiungere l’anagrafe di Djokovic o Nadal, Alcaraz è chiaro: “No, al momento non mi ci vedo. Preferisco procedere anno dopo anno per vedere fin dove può arrivare il mio corpo. E, soprattutto, se ho ancora la motivazione e la voglia. Non penso se arriverò a 33 o a 38 anni. Mi prenderò cura di me stesso affinché la mia carriera sia il più lunga possibile”.

Alcaraz conferma così la sua mentalità focalizzata sul miglioramento costante, la gestione del corpo e la sfida continua con Sinner, mentre guarda a Djokovic come punto di riferimento e stimolo per la nuova generazione del tennis mondiale.

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