Bologna si accende per la fase finale di Coppa Davis, e l’Italia prova a spingere ancora più in alto l’asticella: gli azzurri inseguono il terzo titolo consecutivo senza i loro due assi, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Capitan Filippo Volandri però resta sereno: “Battaglieremo, abbiamo fatto un gran lavoro“, afferma il nostro capitano.
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— Cagliari Live Magazine (@cagliarilivemag) November 17, 2025
Da domani le otto finaliste si giocano tutto alla Supertennis Arena PalaFiere. Gli azzurri, reduci dal doppio trionfo, arrivano da campioni in carica ma privi dei due giocatori più rappresentativi, il n. 2 e il n. 8 del mondo, provati da una stagione lunga e logorante.
La squadra lavora a Bologna da tre giorni, in vista dell’esordio di mercoledì alle 16 contro l’Austria. Il match che aprirà le Finali 2025, domani alla stessa ora, sarà invece Belgio-Francia, chiamata a definire l’altra semifinalista della parte di tabellone degli azzurri.
Volandri non fa drammi: “Rimaniamo una squadra forte, importante, con grande consapevolezza dopo gli ultimi due anni. Siamo pronti a battagliare e vogliamo restare in alto“. (continua dopo la foto)

A guidare il gruppo ci sarà Flavio Cobolli, numero uno designato. Accanto a lui in singolare, due giocatori d’esperienza: Lorenzo Sonego, richiamato dopo il forfait di Musetti, e Matteo Berrettini, totalmente recuperato e pronto a guidare i compagni nei momenti che contano. Nel doppio, spazio alla coppia formata da Vavassori e Bolelli.
Sonego non si nasconde: “Per me giocare la Davis è sempre qualcosa di unico e meraviglioso, rappresentare l’Italia è fantastico”. Berrettini, eroe silenzioso nel 2023 e trascinatore nel 2024, continua a essere centrale anche fuori dal campo. Volandri lo conferma: “Per lui la Davis significa tantissimo, e lo ha dimostrato sempre. Per tanti giocatori è quella spinta in più per superare i propri limiti”.
Il capitano, nominato nel 2021, ricorda il percorso fatto: “Siamo partiti quasi da zero, senza esperienza. Ogni Davis ci ha insegnato qualcosa. Abbiamo lavorato sul modo di avvicinarci alle partite, sulla gestione dell’energia, sulla mia comunicazione con ognuno. Altri capitani hanno problemi di convivenza tra i giocatori, io no. Negli anni è stato fatto un grande lavoro“.
Ora l’obiettivo è uno solo: iniziare bene, andare avanti un passo alla volta e provare a completare un tris che in Coppa Davis non si verifica dal 1973. L’Italia ci riprova, davanti al proprio pubblico e con un gruppo che mischia entusiasmo giovanile ed esperienza.
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