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MotoGP: perché le moto in curva si inclinano così tanto?

Marquez a Sepang

L’angolo di piega rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e spettacolari del motociclismo moderno, soprattutto in MotoGP, la classe regina. Non riguarda solo la MotoGP, anche nelle classi inferiori, come Moto2 e Moto3, la piega determina gran parte della performance in curva, pur con valori inferiori per motivi tecnici legati a potenza, peso e pneumatici.

Qual è l’angolo massimo di piega raggiunto in MotoGP?

Nella classe regina del motociclismo, i piloti riescono a inclinare la moto in curva fino a valori straordinari. Gli angoli di piega registrati sono dell’ordine dei 60-70° rispetto alla verticale. Ad esempio, una moto MotoGP può raggiungere circa 68,9° di inclinazione in curva, anche se mediamente l’angolo tipico per le MotoGP è circa 65° nei punti più estremi del tracciato.

Va precisato che questi valori si riferiscono a momenti molto specifici, su piste particolari e con condizioni ottimali (gomme, asfalto, temperatura) e che la posizione del pilota, la geometria della curva e la traiettoria contano. Inoltre, alcune misurazioni derivano da test al limite, non esclusivamente da gare regolari.
Quindi possiamo affermare che, per le MotoGP, raggiungere o superare i 60° è già un livello di eccellenza, e oltre i 65° è considerato “estremo” ma realizzabile dai piloti più talentuosi e con le condizioni ideali. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Marquez nel GP d'Italia
SCARPERIA, ITALY – 2024/06/02: Marc Marquez of Spain and Gresini Racing MotoGP seen in action during the MotoGP GP7 Gran Premio d’Italia Brembo – Race at Mugello Circuit. (Photo by Fabrizio Carabelli/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Perché piegare la moto aumenta l’aderenza in curva?

La spiegazione è profondamente ancorata alla fisica del moto in curva. Quando una moto entra in una curva, agisce una forza centrifuga (o più correttamente forza centripeta necessaria a cambiare direzione) che tende a “buttarla fuori” dalla traiettoria. Per compensare questa forza e mantenere il contatto degli pneumatici sull’asfalto, la moto viene inclinata verso l’interno della curva.

In pratica più velocità si ha in curva e più stretta è la traiettoria, maggiore sarà l’angolo di piega necessario, secondo la relazione che intercorre tra l’angolo di piega, la velocità, il raggio della curva e l’accelerazione gravitazionale).
In termini pratici, inclinare la moto consente di allungare la traiettoria percorribile alla massima velocità prima di dover rallentare.

La ruota laterale ha un carico maggiore e lo pneumatico sfrutta meglio la sua spalla, aumentando il grip laterale. Inoltre, grazie al “hanging off” del pilota (ovvero lo sporgersi verso l’interno della curva), si può ridurre l’angolo reale della moto rispetto al suolo mantenendo la velocità elevata. In sintesi, inclinarsi significa massimizzare la forza laterale gestita dagli pneumatici e restare aderenti all’asfalto anziché “abbandonarsi” alla forza centrifuga. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Rossi alla sessione di prova in Australia
Valentino Rossi of Italy rides the Monster Energy Yamaha MotoGP bike during the tyre test session ahead of the Australian MotoGP at the Phillip Island Grand Prix Circuit on October 25, 2019 in Phillip Island, Australia (Photo by Morgan Hancock/NurPhoto via Getty Images)

Quali sono i rischi di piegare troppo?

Inclinare la moto in modo estremo porta con sé anche rischi significativi. Uno dei principali è che si arrivi al limite dell’aderenza degli pneumatici: una volta superato il massimo grip disponibile, la moto può scivolare (low‐side) o improvvisamente “schizzare” fuori (high‐side) se l’aderenza viene ripristinata bruscamente.

Un’altra fonte di problemi è la perdita di barriera fisica. Infatti ad angoli estremi le appendici della moto (pedane, scarichi, carenature) possono “raschiare” sull’asfalto, alterando la geometria e la stabilità della moto. Inoltre, l’angolo stesso riduce la capacità di correzione della traiettoria: se si entra in curva con troppa inclinazione e si verifica un’imperfezione dell’asfalto o una variabile non prevista (asfalto bagnato, detriti, setup sbagliato), la situazione può diventare critica.
Un rischio ulteriore è legato all’uscita di curva. Se si inizia ad accelerare quando la moto è ancora molto inclinata, l’aumento della forza laterale combinato con la trazione dell’anteriore o del posteriore può provocare la perdita di grip. Da qui la massima attenzione al rollout della traiettoria. La piega estrema paga in prestazione, ma richiede margini di controllo molto piccoli e grande “feeling” da parte del pilota. (CONTINUA DOPO LA FOTO

Bagnaia affronta una curva
KUALA LUMPUR, MALAYSIA – FEBRUARY 07: Francesco Bagnaia of Italy and Ducati Lenovo Team rounds the bend during the Malaysia MotoGP Test at Sepang International Circuit on February 07, 2025 in Kuala Lumpur, Malaysia. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Che ruolo hanno le gomme nella piega della moto?

Le gomme sono uno degli elementi chiave che permettono di arrivare a angoli di piega elevati. Pneumatici da gara ad alta prestazione hanno composti, profili e carcasse progettati per offrire un’ampia spalla, grip laterale elevato e tolleranza all’alta inclinazione.

Il lavoro della gomma è fondamentale perché è l’unica parte che media tra la moto (e il pilota) e l’asfalto: senza un grip laterale adeguato non si potrebbe “reggere” la moto inclinata. Lo spessore della spalla, la temperatura di funzionamento, la pressione, la deformazione sotto carico e la costruzione interna determinano quanto la gomma può fare la differenza”.
Nel contesto delle MotoGP, si parla di pneumatici in grado di generare lateralmente forze superiori a 1.7-2 g nei momenti più aggressivi di piega. Inoltre, la forma del profilo consente che al crescere dell’inclinazione la superficie di contatto cambi gradualmente e si sfrutti una zona della gomma progettata per questi carichi.

Senza gomme dedicate la resa sarebbe molto inferiore: l’angolo sarebbe forzatamente minore per mantenere margini di sicurezza. Inoltre, il setup della moto (geometria, sospensioni, peso del pilota) lavora in simbiosi con le gomme: se uno di questi elementi è mancante, la piega massima cala rapidamente. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Sequenza di curve nel GP di Malesia
KUALA LUMPUR, MALAYSIA – NOVEMBER 03: Francesco Bagnaia of Italy and Ducati Lenovo Teamleads the field during the MotoGP race during the MotoGP Of Malaysia – Race at Sepang Circuit on November 03, 2024 in Kuala Lumpur, Malaysia. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Quali piloti sono famosi per pieghe spettacolari?

Alcuni piloti si sono distinti non solo per la vittoria, ma per lo stile estremo di curva: Marc Márquez è probabilmente il più noto e ha raggiunto angoli intorno ai 66-68° con salvataggi spettacolari che fanno parte della leggenda del motociclismo.

Altri come Valentino Rossi (con circa 63° in certi momenti) e Fabio Quartararo (61-62°) sono anch’essi riconosciuti per la capacità di inclinare fortemente in curva.
Questi piloti non si limitano ad arrivare all’angolo massimo: spesso modificano la posizione del corpo, “hanging off” in modo estremo, sporgendosi fuori dalla moto con ginocchio, gomito e talvolta spalla a contatto o vicini all’asfalto. Il risultato è un’immagine spettacolare e una prestazione che fa la differenza al millesimo. Il valore estetico e tecnico della piega diventa parte integrante del successo in pista. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Bagnaia sfreccia al Mugello
Ducati Italian rider Francesco Bagnaia rides to cross the finish line of the the Italian MotoGP race at Mugello on June 2, 2024. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Ci sono differenze di inclinazione tra MotoGP e Moto2/Moto3?

Sì, anche se non ci sono sempre dati ufficiali rigorosi per tutte le categorie, è evidente che le angolazioni di piega massime nelle classi inferiori (Moto2 e Moto3) siano inferiori rispetto alla MotoGP. In Moto2, si riportano angoli intorno ai 56-58° nei casi migliori. Per la Moto3 è ancora meno, dato che le gomme, la potenza e la stabilità della moto sono inferiori rispetto alla regina.

Uno dei motivi è che le gomme delle classi inferiori offrono meno grip laterale, quindi la moto “non può” piegare quanto una MotoGP senza perdere aderenza. Inoltre la massa, la potenza e le geometrie sono diverse.
C’è un gradiente di inclinazione che segue l’avanzamento di categoria – la MotoGP ha la piega massima, la Moto2 e la Moto3 un po’ meno. Questo riflette le differenze tecniche, le gomme, la potenza e la velocità in curva.

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