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Qual è la differenza tra MotoGP, Moto2 e Moto3?

Bagnaia ad Austin

Alla base della piramide del Motomondiale troviamo la Moto3, poi la Moto2, e infine la MotoGP, la classe regina. Ognuna di queste categorie rappresenta un livello diverso di complessità tecnica, esperienza e potenza, ma tutte condividono lo stesso spirito: la ricerca della perfezione in pista. Scopriamo come si differenziano e chi sono i protagonisti italiani che hanno lasciato il segno.

Le cilindrate di MotoGP, Moto2 e Moto3

La MotoGP è l’apice della tecnologia motociclistica. Qui le moto sono prototipi puri, sviluppati esclusivamente per le competizioni e non derivati da modelli di serie. Le cilindrate raggiungono i 1000 cc, con motori a quattro tempi e potenze che superano i 250 cavalli. Ogni dettaglio, dal telaio all’elettronica, è frutto di ricerca avanzata e di test incessanti. Le prestazioni sono estreme, tanto che queste moto sono considerate il massimo espressione della velocità su due ruote.

La Moto2, invece, è una categoria intermedia in cui la potenza viene livellata. Dal 2019, tutte le moto montano un motore Triumph tre cilindri da 765 cc, capace di sviluppare circa 140-150 cavalli. In questa classe il motore è uguale per tutti, ma il telaio e la ciclistica restano personalizzabili: ciò significa che la differenza la fa il lavoro del team e la sensibilità del pilota.

Infine, la Moto3 è la classe di ingresso, dove si formano i futuri talenti. Le moto utilizzano un motore monocilindrico da 250 cc quattro tempi, con una potenza intorno ai 60 cavalli. Nonostante i numeri più contenuti, la Moto3 è una delle categorie più spettacolari: gare ravvicinate, scie infinite e sorpassi fino all’ultima curva.

Differenze di velocità e prestazioni

Le differenze di velocità tra le tre categorie sono significative e raccontano il salto di complessità che ogni pilota deve affrontare nel passaggio da una classe all’altra. La MotoGP raggiunge punte di oltre 360 km/h sui rettilinei più lunghi, con accelerazioni paragonabili a quelle di una Formula 1 e tempi sul giro che sfiorano i limiti fisici dell’aderenza.

La Moto2 si attesta intorno ai 300 km/h come velocità massima. Il motore Triumph garantisce un’erogazione fluida ma potente, mentre il minor peso e l’aerodinamica meno sofisticata la rendono una categoria più “fisica”, dove il controllo e la precisione contano più della potenza pura.

La Moto3, invece, ha velocità massime che raramente superano i 245 km/h, ma proprio la minore potenza rende le gare incredibilmente combattute. Qui le scie diventano un fattore determinante: i piloti restano raggruppati e spesso si presentano in otto o dieci sul traguardo, distanziati da pochi decimi. In termini di media sul giro, si può dire che la MotoGP corre circa 20-25 km/h più veloce della Moto2, e la Moto2 a sua volta mantiene un margine simile sulla Moto3. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Marquez in Malesia
KUALA LUMPUR, MALAYSIA – FEBRUARY 07: Alex Marquez of Spain and Gresini Racing MotoGP heads down a straight during the Malaysia MotoGP Test at Sepang International Circuit on February 07, 2025 in Kuala Lumpur, Malaysia. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Le case costruttrici: chi domina in ogni categoria

Nella MotoGP, il cuore pulsante del campionato, partecipano le grandi case motociclistiche mondiali. Attualmente dominano marchi come Ducati, Honda, Yamaha, KTM e Aprilia, ognuno con la propria filosofia progettuale. Ducati, ad esempio, è diventata un riferimento per la potenza del motore e l’aerodinamica innovativa; Honda punta sulla stabilità e sull’esperienza accumulata in decenni di vittorie; Yamaha valorizza la guidabilità e la fluidità del telaio, mentre KTM e Aprilia hanno portato una ventata di aggressività tecnica e spirito competitivo europeo.

In Moto2, la situazione è diversa. Tutti utilizzano lo stesso motore Triumph da 765 cc, quindi le differenze derivano dai telai e dal lavoro di sviluppo dei team. I principali costruttori di telai sono Kalex, Boscoscuro e MV Agusta, ognuno con soluzioni diverse di bilanciamento e rigidità. Kalex è il marchio dominante, avendo vinto la maggior parte dei titoli degli ultimi anni.

In Moto3, invece, troviamo una varietà di case che fungono anche da “vivaio” per i piloti e per le scuderie. Spiccano Honda e KTM, ma anche marchi affiliati come GasGas, CFMOTO e Husqvarna, tutti parte di un sistema tecnico che offre prestazioni simili per garantire gare equilibrate. In questa classe, la bravura del pilota e la capacità del team di mettere a punto il mezzo contano quasi quanto il valore della moto stessa. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Bagnaia alla staccata nel GP di Malesia
Ducati Lenovo Team’s Italian rider Francesco Bagnaia (C) and Prima Pramac Racing’s Spanish rider Jorge Martin (R) lead during the MotoGP Malaysian Grand Prix at the Sepang International Circuit in Sepang on November 3, 2024. (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP) (Photo by LILLIAN SUWANRUMPHA/AFP via Getty Images)

I percorsi dei piloti: dalla Moto3 alla MotoGP

Teoricamente, il percorso “naturale” di un pilota del Motomondiale segue l’ordine Moto3 → Moto2 → MotoGP, ma nella realtà non è un percorso obbligato. La Moto3 rappresenta la palestra perfetta per imparare a gestire la pressione, le strategie di gruppo e la tecnica di guida, ma alcuni talenti emergono così rapidamente da attrarre subito l’attenzione dei team di categorie superiori.

La Moto2 è il trampolino verso la MotoGP e serve a capire se un pilota è pronto a gestire moto più pesanti, potenti e tecnicamente complesse. Tuttavia, non tutti i campioni della Moto2 riescono a imporsi in MotoGP. Ci sono casi di atleti che, pur non vincendo in Moto2, hanno trovato la propria dimensione nella classe regina grazie alla capacità di adattarsi alle moto più sofisticate.

D’altra parte, alcuni piloti hanno saltato passaggi intermedi provenendo da altri campionati, come la Superbike o la MotoE, dimostrando che il talento può trovare la propria strada anche fuori dal percorso “classico”. In generale, però, la crescita graduale rimane la via più sicura per formare campioni completi, capaci di gestire la velocità e la pressione di una MotoGP. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Quartararo a Sepang
Monster Energy Yamaha MotoGP’s French rider Fabio Quartararo steers his bike during the third day of the 2025 MotoGP pre-season test at the Sepang International Circuit in Sepang on February 7, 2025. (Photo by MOHD RASFAN / AFP) (Photo by MOHD RASFAN/AFP via Getty Images)

La durata delle gare nelle diverse categorie

Le gare del Motomondiale variano in durata e numero di giri a seconda della categoria e del circuito. La MotoGP, essendo la classe più potente, prevede in media corse di 40-45 minuti, per un totale di circa 110-120 km. Sono gare fisicamente estenuanti, che richiedono grande gestione delle gomme e della concentrazione. Ogni errore può costare caro, soprattutto considerando la forza delle accelerazioni e la complessità dell’elettronica.

La Moto2 ha distanze leggermente inferiori: in genere 35-40 minuti di gara e circa 95-100 km complessivi. Qui conta la costanza: le moto sono meno esplosive ma molto bilanciate, quindi la differenza tra vincere e arrivare quinti si misura in dettagli di ritmo e strategia.

La Moto3 chiude il programma con le corse più brevi: 30-35 minuti e circa 80-90 km. Tuttavia, sono spesso le gare più spettacolari dell’intero weekend. L’equilibrio tra le moto e il numero elevato di sorpassi generano finale sempre imprevedibili, dove spesso l’ultimo giro decide tutto. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Marquez con il team Gresini
AUSTIN, TX – MARCH 29: Alex Marquez (73) of Spain and BK8 Gresini Racing MotoGP looks to the video screen as he enters turn 16 during Free Practice 2 of the MotoGP Red Bull Grand Prix of the Americas on March 29, 2025, at Circuit of The Americas in Austin, Texas. (Photo by David Buono/Icon Sportswire via Getty Images)

I grandi campioni italiani nelle tre categorie

L’Italia ha scritto pagine indelebili nella storia del motociclismo mondiale, in tutte e tre le classi. In MotoGP, il nome che spicca su tutti è quello di Valentino Rossi, simbolo di un’epoca e idolo a livello globale. Dopo di lui, il testimone del successo tricolore è passato a Francesco “Pecco” Bagnaia, due volte campione del mondo (2022 e 2023) e pilota Ducati, capace di riportare il titolo a Borgo Panigale dopo oltre un decennio.

In Moto2, i protagonisti italiani recenti sono Pecco Bagnaia, campione nel 2018, ed Enea Bastianini, che ha trionfato nel 2020. Entrambi sono poi saliti in MotoGP, confermando come la categoria intermedia sia una fucina essenziale per i futuri protagonisti della classe regina. Anche Franco Morbidelli, campione nel 2017, è un altro nome importante di questa generazione d’oro.

Nella Moto3, invece, il successo più recente porta la firma di Lorenzo Dalla Porta, campione del mondo nel 2019, ma negli anni non sono mancati altri italiani competitivi come Romano Fenati, Dennis Foggia e Andrea Migno, tutti protagonisti di stagioni ad alto livello. Questi piloti rappresentano la continuità di una scuola italiana che, da decenni, sa unire talento, coraggio e passione.

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