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Chivu, rivoluzione Inter: cosa sta facendo il nuovo Mister più di Simone Inzaghi

In appena 36 giorni, l’Inter di Cristian Chivu ha cambiato volto. Come spiega in un’analisi approfondita la Gazzetta dello Sport, dopo un avvio complicato con soli 3 punti nelle prime 3 giornate, i nerazzurri hanno inanellato sei vittorie consecutive tra campionato e Champions League, ritrovando ritmo, fiducia e identità.

Il nuovo tecnico ha impostato la squadra in modo nuovo: pressing alto, aggressività, verticalizzazioni improvvise e anche una solidità difensiva da grande squadra. I gol subiti sono scesi da 6 nelle prime tre partite a soli 2 nelle ultime sei.

Ma il dato più eloquente è quello dei tiri concessi: da 11,3 a 7,1 a gara. Un numero che racconta molto più di mille parole. inoltre, Chivu ha usato 22 titolari diversi in 8 giornate, riuscendo a coinvolgere tutti e a trasformare la competizione interna in una risorsa. (continua dopo la foto)

L’Inter di Chivu è una squadra che “si è alzata”, come sottolineano anche i numeri. Il baricentro medio è aumentato di otto metri, e con esso la mentalità: meno possesso sterile, più verticalità. I recuperi palla offensivi sono passati da 6,2 a 7,6 per partita, generando occasioni immediate per attaccare.

Emblematica l’azione del gol di Bonny all’Olimpico: un riflesso condizionato verso la profondità, allenato con costanza ad Appiano. Anche l’aumento dei falli – ora più frequenti nel pressing alto – è diventato un dato positivo per lo staff, perché riflette un atteggiamento più combattivo e concreto. I duelli vinti sono cresciuti (da 44,1 a 45,8 di media), e ogni pallone riconquistato diventa un’occasione per innescare gli attaccanti.

Non esiste più un solo 3-5-2 immutabile. Chivu ha portato flessibilità e intelligenza tattica: la squadra può cambiare pelle a seconda degli eventi. “Dominante” è l’aggettivo preferito dal tecnico romeno, ma anche nei momenti difficili, come il secondo tempo all’Olimpico, la sua Inter ha mostrato di sapersi adattare: ha stretto le linee, difeso con disciplina e affrontato la tempesta senza smarrirsi.

La filosofia di Chivu non contempla il portiere regista: Sommer è chiamato a gestire, non a costruire. La palla può tornare indietro, ma solo per necessità. Il pensiero nerazzurro è rivolto sempre in avanti, e le imperfezioni difensive del passato stanno diminuendo grazie alla maggiore attenzione collettiva. (continua dopo la foto)

Nicolò Barella

Chivu ha riportato la squadra a una riscoperta psicologica di sé. Lo dice anche Nicolò Barella, che ha pubblicamente elogiato il nuovo tecnico: “A volte rompere col passato è necessario”. Il nuovo tecnico agisce come un analista dell’anima, accarezza gli ego e ricompone lo spirito di un gruppo che si era incrinato.

Cristian ha coinvolto tutti, anche i giovani come Pio e Bonny, e continua a ruotare sulle fasce e tra le mezzali, con Sucic che insidia Mkhitaryan. Nessuno è escluso, e anche la rabbia – come quella di Dumfries contro la Cremonese – diventa per Chivu un segnale positivo: una reazione nata dalla voglia di giocare, non un problema.

La sua Inter non solo vince, ma soprattutto cresce: nel gioco, nella mentalità e nella consapevolezza di poter dominare o di saper soffrire nei momenti difficili senza perdere la propria identità.

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