
Sono passati dieci mesi da quel 1° dicembre, quando Edoardo Bove si è accasciato a terra durante Fiorentina-Inter. Oggi il centrocampista racconta al Corriere dello Sport il suo percorso di rinascita: “Non riesco a star fermo, devo muovermi, gioco a padel, ho la palestra in casa. Il prossimo passo è il ritorno in campo. Bisogna fissare il come, il dove e il quando. Chi lo fissa? Edoardo…”.
🎤L'intervista al @CorSport dell'ex viola Edoardo #Bove
— Violanews Fiorentina (@violanews) September 27, 2025
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Il giocatore sta seguendo un percorso rigoroso: “Le visite saranno state una decina, molte di semplice controllo, elettrocardiogramma, prove sotto sforzo, holter pressorio, oltre a aritmologiche e a studi elettrofisiologici. Sono preparato. I medici hanno giustamente tutte le cautele… Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma sento che si sta chiudendo il cerchio“.
Bove è sotto contratto con la Roma fino a giugno 2028, ma la legge attuale non gli consente di giocare in Italia dopo il malore. “Non escludo niente. I medici non sono ancora giunti a una conclusione, potrei anche essere a posto. Ho la piena consapevolezza della situazione, sto benissimo e ho una gran voglia di tornare alla mia passione“.
Un passaggio particolarmente toccante riguarda la crisi attraversata: “Quando mi sono ritrovato senza certezze, ho attraversato una crisi che definirei d’identità. In fondo ringrazio il destino perché mi ha fatto capire tante cose. Non ho paura del futuro“.
Roma, Bove e le parole al miele per Mourinho
Il parallelo con Eriksen è inevitabile. Bove spiega: “Con Eriksen ci siamo sentiti più di una volta, nei primi giorni e anche in estate. Abbiamo qualcosa in comune, pur non conoscendoci di persona. Me lo sento vicino e sono contento che abbia trovato un’altra squadra“.
Infine, un ricordo speciale di José Mourinho, che non ha mai smesso di fargli sentire la sua vicinanza: “In estate ho sentito Mourinho, il mio papà calcistico. Si era fatto vivo subito, a dicembre, con mio padre che lo adora”. I legame di Edoardo con lo Special One è speciale, personale. E chissà che in futuro le loro strade possano incrociarsi di nuovo. Perché, in Italia o all’estero, una cosa sembra chiara: Bove non ha alcuna intenzione di smettere di giocare.
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