
Questo weekend la MotoGP torna in Italia: è il momento del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, un appuntamento di alto profilo all’interno del motomondiale. Ciò che rende il circuito così amato e atteso è la sua particolare atmosfera, il pubblico caloroso e la lunga tradizione che lega l’Emilia Romagna al mondo dei Motori. Il Gran Premio prenderà il via domenica 14 settembre sul Misano World Circuit, intitolato a Marco Simoncelli. Questo tracciato è molto particolare, e conoscerlo bene significa poter capire meglio come si svolgerà la gara: approfondiamo allora le caratteristiche tecniche e le curve chiave, dove si possono guadagnare o perdere secondi preziosi e che fanno tutta la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Misano World Circuit: le caratteristiche generali
Il Misano World Circuit è un tracciato di 4.226 metri, lungo il quale sono disseminate 16 curve: 10 a destra e 6 a sinistra. Il senso di marcia è orario, e il tracciato presenta un layout modulare dove sezioni lente e tecniche e rettilinei veloci si alternano. C’è una particolare attenzione alla sicurezza, che trova la sua punta di diamante in sistemi come bandiere elettroniche e i “Misano Kerbs”, cordoli rialzati pensati per far rispettare i limiti della pista. Questo sistema è stato utilizzato qui per la prima volta ed è poi stato esteso ad altri tracciati. Il circuito è interamente illuminato artificialmente in modo da permettere l’attività in notturna. Dopo questa introduzione, entriamo in maniera più dettagliata nel circuito.
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Settore 1 (T1 – T4): dove regnano tecnica e precisione
Le prime quattro curve mettono alla prova la tecnica e la precisione dei piloti, che si trovano sin da subito davanti a una parte di tracciato a cui fare molto attenzione. Un destra-sinistra-destra stretto e sequenziale, con alcuni punti critici: la curva 1 è una staccata decisa dopo il rettilineo, tosta ma non eccessivamente dura, mentre le curve 2 e 3 formano una “S” molto tecnica, dove è richiesto un inserimento molto preciso e un cambio direzione fluido per non perdere immediatamente terreno. Infine c’è la curva 4: una curva a destra veloce con traiettoria obbligata, che si apre leggermente. In questa sezione, quindi, serve stabilità nei cambi di direzione e una moto con un buon freno motore per impostare le traiettorie. Una buona precisione permette di guadagnare tempo soprattutto nel punto delle curve 2 e 3.
Settore 2 (T5 – T8): accelerazione e frenata
Passiamo ora al settore T5 – T8, con un mix di curve strette che da subito costringe i piloti a fare i conti con la propria capacità di accelerazione e frenata. La curva più pericolosa è la 5, la Rio, che presenta una delle frenate più dure del tracciato, richiedendo stabilità in entrata e una buona trazione in uscita. Qui si lavora molto con il posteriore, in quanto la curva può decidere interamente la propria performance sul settore 2. Le curve 6-7-8 sono più scorrevoli, ma richiedono buon bilanciamento della moto e grip laterale. La 7 e la 8, in particolare, sono molto inclinate, ed è fondamentale monitorare il consumo del lato destro della gomma posteriore.
Settore 3 (T9 – T13): Tramonto e Curvone
Questo settore è particolarmente impegnativo per le anteriori, con pressione e stabilità messe a dura prova. Il primo punto critico è la curva 9, che comporta una frenata tosta, con un ingresso a sinistra lento e per il quale serve una grande capacità di controllo. Poi c‘è la curva 10, che è un’uscita importantissima in quanto porta al tratto più veloce ed emozionante della gara, a cui segue il Curvone, dove altissima velocità e cambi leggeri con piega costante misurano il coraggio dei piloti in gara. Serve aerodinamica molto stabile e grip per affrontare il Curvone senza doversi togliere il gas.
Settore 4 (T14 – T16): il tratto finale
Infine c’è il settore T14 – T16, con curve a media-bassa velocità ma ad alto tasso tecnico. La Curva 14, il Carro, prevede infatti una frenata secca ad alta velocità, da prendere con grande decisione e delicatezza allo stesso tempo. Le curve 15 e 16 introducono al rettilineo conclusivo: è facilissimo sbagliare l’uscita in T16, e perdere trazione qui significa sprecare tutto il rettilineo che segue, macinando metri e secondi preziosi. È richiesta quindi una gestione perfetta della frizione, una trazione controllata e un’accelerazione progressiva e costante.