
Pep Guardiola ha già deciso: dopo il Manchester City, si fermerà. Nessuna scadenza precisa, ma la volontà di chiudere un ciclo per poi riposarsi è evidente. Lo ha raccontato lui stesso in una lunga intervista a GQ Spagna, nella sua Barcellona, in occasione del lancio di una nuova clinica del benessere di cui è investitore.
La data certa non c'è, ma Pep Guardiola ha deciso che dopo l'esperienza col Manchester City si fermerà: "Devo concentrarmi su me stesso" ha detto in un'intervista a 'GQ Hype' fugando anche le ipotesi di una nuova panchina. #ANSA https://t.co/LHJvEiruyr
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) July 28, 2025
“È già deciso, più che deciso” dice Pep . “Non so se sarà per un anno, due o dieci. Ma dopo questa tappa mi fermerò: ho bisogno di concentrarmi su me stesso e sul mio corpo. Devo farlo”.
Il 2024-25 è stato finora l’anno più complicato per Guardiola da quando siede sulla panchina del City. “Quando vinci sei Premier è normale avere un calo. Forse dovevamo cambiare più giocatori, ma è facile dirlo dopo. Siamo comunque arrivati terzi e in finale di FA Cup. Non è stato tutto un disastro”.
Anzi, per Pep questa stagione è stata una lezione salutare. “Gli infortuni ci hanno mostrato cosa non ha funzionato. Penso che sarà utile per i prossimi anni”. Guardiola riflette anche su un concetto che spesso nello sport viene dimenticato: la sconfitta fa parte del gioco.
“Le critiche me le aspettavo” ammette. “Sono gli stessi che dicevano che avevo vinto al Barcellona solo perché conoscevo la squadra. Ma nello sport non si vince sempre. Jordan ha vinto 6 titoli in 15 anni, Tiger Woods ha perso più Major di quelli che ha vinto. Io ho allenato 16 campionati e ne ho vinti 13: non mi è andata male”.
Il Mister spagnolo, poi, aggiunge anche una stoccata alla retorica della felicità obbligatoria: “In questa società perfetta dobbiamo sempre dimostrare di essere felici. Io non mi sono arreso, e so che continuerò a provarci”. (continua dopo la foto)

Il ritorno al Barça? Escluso. “È stata una bellissima esperienza, ma è finita”, dice Guardiola. Quanto a Lamine Yamal, il giovane fenomeno blaugrana che porta la maglia numero 10 di Messi, Pep invita alla calma.
“Solo il paragone con Leo è un segnale enorme. Ma va lasciato in pace. Il talento c’è, sì. Però Messi segnava 90 gol all’anno per 15 anni di fila. Sono paragoni pesanti, come dire che un pittore è il nuovo Van Gogh”.
Per ora, Guardiola guarda avanti. Con rinnovato entusiasmo per la sua avventura sulla panchina del City, ma anche con una data di scadenza che forse solo lui conosce. Dopo anni vissuti in un costante clima di pressione, anche i fuoriclasse della panchina hanno bisogno di fermarsi.
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