
La vittoria a Wimbledon ha trasportato Jannik Sinner nell’Olimpo delle leggende dello sport italiano di tutti i tempi, dove peraltro con 3 Slam vinti poteva già stare tranquillamente. Ora però sono 4, e il trionfo sull’erba più prestigiosa ha un sapore diverso, di consacrazione definitiva. E infatti oggi i quotidiani di tutto il mondo danno grande risalto alla sua impresa straordinaria.
"MY CUP OF TEA"!
— Blob (@BlobRai3) July 14, 2025
Sinner trionfa a Wimbledon: Alcaraz battuto in finale 4-6, 6-4, 6-4, 6-4. (Skytg24, 13 luglio)
Alle 20 su Rai3 #blob raddoppia, quotidiano+speciale dal nostro anarchivio… pic.twitter.com/KKOtzA92xw
Vero, come dicono gli spagnoli un Sinner ingiocabile ha travolto l’amico-rivale Alcaraz. Ma ora c’è un altro fronte aperto: quello che riguarda Darren Cahill. Il coach australiano ha guidato il nostro numero uno alla conquista di Wimbledon insieme a Davide Vagnozzi, ma adesso è lui a dover… chiedere permesso.
Dopo aver affiancato Sinner in una scalata memorabile, Cahill si presenta in conferenza stampa con il sorriso di chi ha fatto centro… ma anche con una scommessa persa da onorare. “Chiedete a lui”, dice, indicando Jannik, quando gli domandano del suo futuro nello staff. E Simone Vagnozzi, seduto accanto, scherza subito: “Ci vediamo al prossimo Wimbledon”. (continua dopo la foto)

Cahill, in effetti, aveva scommesso con il suo allievo che se avesse vinto il titolo sull’erba di Londra, avrebbe potuto decidere del destino del coach dal tocco magico. Così ora è Jannik ad avere la palla in mano, anche se naturalmente non imporrà la sua volontà perché il legame con Darren è basato su affetto e riconoscenza reciproci.
Il trionfo di Sinner è anche la realizzazione definitiva di una costruzione lenta e paziente. Cahill racconta così il percorso iniziato tre anni fa: “Quando siamo partiti, Jannik non aveva mai vinto una partita sull’erba. Ma ho sempre pensato che il suo gioco potesse adattarsi: si muove bene, serve con efficacia. Doveva solo prendere fiducia. E una volta che l’ha trovata, tutto è cambiato”.
Il coach ricorda il match tiratissimo contro Djokovic ai quarti del 2022 come un punto di svolta. Da lì, i miglioramenti sono stati costanti. “Felice è dire poco per descrivere come mi sento adesso”, spiega. “Il merito è suo, di quello che ha fatto in questi anni”, ha detto l’australiano con un pizzico d’orgoglio. (continua dopo la foto)

Ma il Sinner nello spogliatoio non è glaciale e concentrato come in campo. “Fuori è un ragazzo divertente, sempre con il sorriso, ama stare in compagnia, fa casino in cucina, combina pasticci di cui ridiamo sempre. Si diverte come ogni 23enne. Ma in campo è un’altra cosa: è speciale, è un ossessionato del dettaglio”.
Cahill racconta anche un aneddoto curioso dalla finale: dopo il primo set vinto da Alcaraz, Vagnozzi ha provato a rincuorarlo ricordando che a Parigi era successa la stessa cosa a parti invertite. Ma Darren, onesto, non era troppo convinto. “Io non la vedevo allo stesso modo…”, dice ridendo. A farlo ricredere, però, ci ha pensato Sinner, che si è preso i tre set successivi da campione vero.
Sinner e Alcaraz, una rivalità destinata a crescere
C’è spazio anche per uno sguardo al futuro. “Quella tra Jannik e Carlos è già una rivalità incredibile e continuerà a crescere. Si spingono a vicenda e ci sono anche altri giovani pronti ad arrivare: non sarà uno show solo per due”.
Cahill chiude così, lasciando aperta ogni porta. Ma nel frattempo, lo sa anche lui: a Wimbledon ha vinto Sinner, ma è stato anche il suo giorno. Anche se ora, per sapere cosa farà… bisogna aspettare le decisioni del nuovo re dell’erba.
Leggi anche:
- Carlos Alcaraz disperato: “A un certo punto ho capito una cosa”
- Jannik Sinner conquista Wimbledon: primo italiano nella storia, battuto Alcaraz in quattro set