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Wimbledon shock, la tennista costretta a sollevarsi la gonna in campo: cos’è successo

Durante il secondo turno di doppio femminile a Wimbledon, un evento particolare ha coinvolto le tenniste Jelena Ostapenko e Hsieh Su-wei. Prima dell’inizio effettivo del match, l’arbitro Jamie Crowson ha interrotto il riscaldamento per verificare la conformità all’abbigliamento regolamentare, attirando l’attenzione dei presenti e delle telecamere.

L’incontro vedeva opposte le coppie Ostapenko-Hsieh e Marta Kostyuk-Elena-Gabriela Ruse. Dopo la verifica, la partita è stata vinta da Ostapenko e Hsieh in tre set.La comunicazione tra arbitro e atlete si è svolta senza audio, ma è emerso che l’oggetto della discussione fosse il dress code. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sui calzini di Hsieh, apparentemente troppo colorati rispetto a quanto previsto dal regolamento del torneo.

Nel corso della verifica, Ostapenko ha sollevato la propria gonna per mostrare i pantaloncini verdi indossati, chiarendo la regolarità del proprio abbigliamento. L’arbitro ha confermato la conformità dell’outfit della tennista lettone, proseguendo poi con il controllo sull’equipaggiamento della compagna.

Dopo aver accertato che anche l’abbigliamento di Hsieh rientrava nei limiti regolamentari, la partita è iniziata regolarmente, suscitando stupore tra pubblico e atlete.

Questo episodio ha riportato in primo piano la rigidit0 delle regole sull’abbigliamento a Wimbledon, da sempre tra le pif9 stringenti nel panorama internazionale. Dal 2023, il codice di abbigliamento femminile è stato reso più flessibile, permettendo alle tenniste di indossare intimo scuro o colorato in presenza del ciclo mestruale, per tutelare il benessere psicofisico delle atlete.

Le nuove norme prevedono che qualsiasi indumento intimo visibile, anche in caso di sudorazione, debba essere completamente bianco, con l’unica eccezione di un bordo colorato non superiore a un centimetro. Chi ottiene l’autorizzazione può indossare biancheria di colore medio o scuro, purché non più lunga della gonna o dei pantaloncini.

Wimbledon, il dress code delle atlete

Le disposizioni di Wimbledon riguardano anche le scarpe da gioco, che devono essere “quasi completamente bianche”. Le suole e i lacci sono richiesti esclusivamente bianchi, mentre i loghi devono essere discreti e le calzature adatte ai campi in erba. In particolare, la parte anteriore delle scarpe deve essere liscia, senza rilievi o puntini nella zona delle dita.

Queste prescrizioni riflettono la tradizione conservatrice del torneo, che da oltre 145 anni mantiene un’estetica uniforme e rigorosa. La CEO del All England Club, Sally Bolton, ha dichiarato che la recente apertura sulle regole del dress code è stata pensata per favorire la concentrazione delle atlete sulla prestazione sportiva, riducendo possibili fonti di disagio.

L’interruzione del riscaldamento e l’intervento di Ostapenko, vincitrice del Roland Garros 2017, sottolineano il perdurare del confronto tra tradizione e modernità a Wimbledon. Il tema del dress code continua a essere centrale, coinvolgendo atlete di alto livello e stimolando il dibattito sull’equilibrio tra rigore estetico e le esigenze di confort degli sportivi.

L’episodio di Londra contribuisce a mantenere viva l’attenzione sul regolamento del torneo, tra sostenitori della classicità della manifestazione e richieste di maggiore adattabilità alle necessità delle giocatrici.

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