
Se vi dicessero che Roberto Baggio gioca in Brasile, indossa la maglia numero 10 e segna gol funambolici, forse non ci credereste. Invece, a volte il calcio a volte regala storie uniche e strane, che nascono dalla passione e si trasformano in realtà. Ed è proprio questo il caso di un trequartista brasiliano che gioca e incanta, e porta il nome dell’asso italiano.
Adama Traoré e il Roberto Baggio brasiliano, gli omonimi delle star#SkySporthttps://t.co/b7MywxNphu
— skysport (@SkySport) June 5, 2022
Si chiama davvero Roberto Baggio, è brasiliano, veste la maglia del Bangu e ha già conquistato la scena della Taça Guanabara, il torneo statale di Rio de Janeiro. Niente nickname né somiglianze casuali: all’anagrafe è iscritto proprio così, omaggio esplicito del padre, che per sovrannumero si chiama Roberto Carlos, che negli anni ’90 si innamorò perdutamente del Divin Codino. (continua dopo la foto)

E l’omaggio ha preso forma anche in campo: trequartista puro, tecnica sopraffina e gol decisivo nella vittoria per 1-0 contro il Fluminense nella giornata inaugurale del campionato Carioca. A differenza dell’originale, però, il Baggio brasiliano non indossa il 10 sulle spalle, ma un curioso numero 6. Gioca dietro le punte Daniel e Santarém, e per ora ha regalato al suo club una ribalta che mancava da anni.
Classe 1996, nato a Laranjal do Jari, nello stato dell’Amapá, Roberto Baggio da Silva è alto 1,70, pesa 67 kg, è destro e ama inserirsi in area. Il padre, da autentico maniaco del pallone, ha chiamato i suoi altri due figli Caniggia e Romario, come a costruire una piccola squadra di leggende sudamericane direttamente in casa.
La carriera del Baggio amazzonico è stata lunga e piena di tappe: Agua Santa, São Bernardo, Matonense, Ponte Preta, poi un tentativo senza fortuna in Slovacchia, allo Zlaté Moravce. Tornato in Brasile, ha girato tra Trindade, Uberlândia, Angra dos Reis, Sampaio Corrêa, Nova Iguaçu e infine Bangu, dove ha trovato continuità e spazio. (continua dopo la foto)

Dopo il gol al Fluminense, si è inginocchiato e ha pregato, puntando il dito verso il cielo: un gesto semplice, ma carico di emozione. Sempre titolare nella squadra di Felipe, ex calciatore del Brasile campione del mondo, Baggio è oggi la sorpresa di una squadra storica, che dopo aver sfiorato il titolo nel 1985 è scivolata fino alla Serie D.
Il contratto con il Bangu scade il 22 aprile, ma quel gol – come in un film – potrebbe essere il biglietto della lotteria per rilanciarsi altrove. E magari, chissà, portare ancora una volta quel nome sulle spalle a calcare palcoscenici più grandi. Anche se questa volta, il Roberto Baggio in questione viene dall’Amazzonia.
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