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Juventus, parla Tudor: “Sono qui per vincere, e c’è un giocatore da tenere stretto…”

La Juventus riparte da Igor Tudor, confermato alla guida tecnica e pronto a trascinare i bianconeri verso il prossimo grande appuntamento: il Mondiale per Club. A pochi giorni dall’inizio della manifestazione, l’allenatore croato ha aperto il cuore in un’intervista ai canali ufficiali FIFA, parlando di obiettivi, mentalità e di uno dei talenti più brillanti della rosa.

Tudor non nasconde l’emozione per la partecipazione a un torneo così prestigioso: “Sarà entusiasmante, ci sono tantissime squadre forti, i club più forti al mondo tutti messi insieme. Sarà bello non solo da giocare ma anche da vedere: siamo emozionati. Alla Juventus si gioca sempre per vincere, quindi andremo lì per fare il meglio possibile gara dopo gara”.

Parlando del DNA bianconero, Tudor ha voluto sottolineare ciò che rende unica la Juventus: “La Juventus è speciale soprattutto per la cultura del lavoro, che è sempre stata il fondamento di questo club. Qui si rispetta la gerarchia, c’è tanta voglia di sacrificio quotidiano. Dare sempre il massimo: questo rappresenta questa squadra vincente. E si è vinto tanto proprio grazie alla mentalità“.

Una mentalità che, a quanto pare, Tudor sente profondamente sua: “Quando mi chiedono come mi sento, io rispondo che sono al posto giusto. Mi sento motivato, voglioso, circondato da persone di qualità che vogliono fare il meglio. Sono felice e orgoglioso di essere qui”.

Juventus, Igor Tudor esalta Yildiz

Spunta anche un riferimento a un’icona dello sport mondiale, Michael Jordan, vero mito personale di Tudor: “È stato sempre ammirato per avere qualcosa al di sopra di tutti. Una dominanza che non ho mai visto in nessun altro sport. È il simbolo dell’avere fame e di essere sempre il migliore. È chiaro che si gioca per vincere, ma per arrivarci servono tante cose fatte bene”.

Infine, parole al miele per Kenan Yildiz, talento su cui il tecnico punta forte: “È molto importante perché è uno di quei giocatori che giocano in ruoli che fanno la differenza: goal, assist, qualità. Piace ai tifosi e sta sempre al centro dell’attenzione. È raro trovare uno come lui, un mix di numero 10 e numero 9, uno che vede la porta e fa giocare bene la squadra”.

Ma non basta solo il talento: “Ha una dote che da fuori non vedi: la sua mentalità. Sempre sul pezzo, dentro ogni allenamento e ogni esercizio, senza paura e con una personalità che va coltivata. Non è scontato nei giovani di oggi, c’è sempre meno personalità. Quando trovi uno così, va protetto. Bisogna tenerselo stretto“.

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