
Garlasco, scoperta assurda dai tabulati telefonici: “Era già morta” – Il mistero attorno alla morte di Chiara Poggi si arricchisce di nuovi elementi. A diciott’anni dall’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, la Procura di Pavia ha riaperto l’inchiesta riesaminando un elemento chiave: i tabulati telefonici. Se all’epoca mancavano le immagini delle telecamere di sorveglianza mai sequestrate, oggi gli investigatori sperano che proprio le chiamate ricevute e fatte possano raccontare qualcosa in più.

Il cellulare di Chiara: chiamate dopo la morte
Quel giorno, Chiara riceve due chiamate da Alberto Stasi, alle 9.44 e alle 10.17. Secondo Stasi, erano semplici telefonate del buongiorno. Ma secondo la Cassazione, la giovane era già morta: il decesso è stato collocato tra le 9.12 e le 9.35. Dunque, Chiara non risponde. Fin qui, nulla di nuovo. Ma poi emergono quattro ulteriori chiamate anonime, arrivate al cellulare di Chiara alle 11.38, 12.46, 13.27 e 13.30. Un dettaglio agghiacciante: qualcuno avrebbe continuato a contattarla anche dopo la sua morte. In un primo momento si pensa a un’agenzia viaggi di Milano, ma risulta chiusa per ferie. Una perizia disposta nel primo processo, a cura dei tecnici informatici Roberto Porta e Daniele Occhetti, individua un’altra possibile origine: l’utenza fissa dell’abitazione di Alberto Stasi. Secondo il giudice Vitelli, la coincidenza tra le chiamate anonime e la disattivazione della visualizzazione del numero chiamante, unita all’attività rilevata sul pc di Stasi, porta a una “ragionevole certezza”.

La chiamata delle 13.27: chi ha risposto?
Il dettaglio forse più inquietante riguarda però la chiamata delle 13.27, sempre dall’utenza fissa di casa Stasi al numero fisso dei Poggi. Questa volta non è una chiamata a vuoto: qualcuno risponde per dodici secondi. Ma chi? Secondo la perizia, non è possibile stabilire se si sia trattato di un sistema automatico oppure di una presenza umana all’interno della villetta. Se fosse vera la seconda ipotesi, significherebbe che qualcuno si trovava sulla scena del delitto almeno quattro ore dopo l’omicidio. E non era stato ancora identificato.
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