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Il futuro è luminoso per gli Houston Rockets

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Houston Rockets

Quando, nel 2021, James Harden ha lasciato gli Houston Rockets, il futuro della franchigia sembrava più incerto che mai: del resto, il decennio precedente era girato del tutto intorno al futuro Hall Of Famer. Quattro anni dopo, possiamo dire che il rebuilding sta andando nel migliore dei modi: dopo una stagione 2023-2024 che li ha visti sfiorare i playoff dopo un finale di stagione di grande valore, hanno concluso la regular season corrente chiudendo al secondo posto della Western Conference e uscendo al primo round portando i soliti, eterni Golden State Warriors a Gara 7.

Houston si affaccia al mercato corrente come una delle squadre più entusiasmanti da seguire nei prossimi anni: ha talento, giovani di belle speranze, asset da scambiare sul mercato e un coach perfetto per gestire l’ambiente. Insomma, sebbene incerto, il futuro sembra essere decisamente luminoso a Houston.

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Houston Rockets: i punti di forza

Il punto di forza principale di Houston è senza dubbio la profondità del roster e la grandissima quantità di talento. Partiamo dai tre tasselli su cui sta imperniando il proprio futuro: Jalen Green, Alperen Sengun e Amen Thompson. Il primo ha dato prova, in questi anni, di poter utilizzare il proprio mostruoso atletismo anche al più alto dei livelli, oltre che di avere degli incredibili burst offensivi con cui guidare la squadra anche in partite cruciali, come visto in gara 2 nel round contro Golden State.

Alperen Sengun, che non ha ancora compiuto 23 anni, ha conquistato proprio in questa stagione la prima convocazione all’All Star Game, che ne ha sancito lo stato di star in ascesa e di giocatore di elevatissimo livello. Sengun è in grado non solo di attaccare il ferro con i floater e i tiri dal midrange, ma anche salire in punta e accoppiarsi molto bene con i difensori più diversi, optando poi per un pick ‘n’ roll o per attaccare direttamente in 1 vs 1.

Amen Thompson è emerso come uno dei migliori difensori in NBA, ed è soltanto al suo secondo anno: ha dato prova di una crescente capacità di attaccare il canestro, rivelandosi un possibile ottimo dual-threat nel futuro.

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E poi c’è un mix di freschezza ed esperienza con eguali: è qui che entrano in gioco nomi come Fred VanVleet e Dillon Brooks, veterani che con il loro carattere e la loro energia contribuiscono ad alleggerire la pressione dagli elementi più giovani. VanVleet ha dimostrato di saper dire la sua anche nelle occasioni più spinose, forte di essere l’unico giocatore in squadra che ha già vinto un anello, e Dillon Brooks con il suo “caratteraccio” è fondamentale per formare degli elementi più esposti al ritmo dei playoff.

In aggiunta, ci sono altri nomi che contribuiscono in maniera eccellente alla profondità del roster come Tari Eason che, al netto di diverse lacune in fase offensiva, è un’arma aggiunta di valore in difesa e nelle transizioni.

Cosa manca agli Houston Rockets per competere?

Tutto per il meglio, quindi? Non esattamente. Questa postseason ha offerto anche diversi spunti di riflessione in merito a ciò che la squadra texana deve migliorare: il primis, al netto di tutto il talento di cui vi abbiamo parlato, non c’è un vero leader. Jalen Green, infatti, è un giocatore tanto forte quanto incostante nel rendimento, e Sengun ha bisogno di giocare in un sistema che gli permetta di svilupparsi ancora prima di prendere le redini della squadra. VanVleet, dal canto suo, inizia ad avere un minutaggio complessivo importante e non può essere considerato una prima opzione offensiva.

Anche alcuni degli elementi in panchina, poi, non sembrano fittare con i piani di coach Ime Udoka. Reed Sheppard pare essere uscito dalle rotazioni, avendo accumulato pochissimi minuti, e anche Cam Whitmore sembra essere finito in fondo alla panchina.

Quali sviluppi dal mercato?

Il prossimo step, dunque, sembra essere quello di intervenire sul mercato. Houston, infatti, ha diversi asset a disposizione che potrebbe mettere sul piatto per arrivare ad un pezzo grosso, a qualcuno che possa effettivamente assumere il ruolo di go-to-guy. E anche il quadro contrattuale dei Rockets è eccellente: i contratti principali permettono infatti grande flessibilità negli investimenti e un salary cap che offre ampio margine di manovra.

Il nome principale, in questo senso, è senza dubbio Giannis Antetokounmpo. Il cestista greco potrebbe infatti optare per lasciare i Milwaukee Bucks, la squadra con cui ha vinto un titolo ma che, al momento, non sembra in grado di garantirgli un futuro davvero competitivo.

Se l’ipotesi Giannis dovesse tramontare o comunque non concretizzarsi, ci sono altri due nomi che sembrano essere accostabili alla franchigia texana, entrambi in arrivo da Phoenix. I Suns, infatti, versano in una situazione salariale disastrosa e hanno bisogno di liberare spazio quanto prima: uno tra Devin Booker e Kevin Durant, quindi, potrebbe fare le valigie. Booker sembra essere la soluzione migliore, anche perchè Durant – al netto di una capacità di scoring ancora eccezionale – ha comunque 36 anni.

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