
Mentre Rexal Ford attende l’estradizione in Italia dal carcere greco dove è detenuto con l’accusa di omicidio, emergono nuovi dettagli sulla donna trovata morta con la figlia a Villa Pamphili, a Roma. A parlare è Oskar Christian, musicista e amico della coppia, che svela un legame profondo nato a Malta e solleva interrogativi inquietanti. Chi era davvero Stella, la donna senza identità?

Rexal Ford, il racconto dell’amico musicista
Secondo quanto raccontato dal musicista, Rexal Ford non era un vagabondo, ma un uomo con ambizioni artistiche, conoscenze internazionali e una vita che sembrava ben avviata. «Regista, sceneggiatore, produttore. Conosceva il mondo, era un poliglotta», dice Oskar. A Malta, Ford avrebbe gestito appartamenti in affitto con Airbnb, viveva con un certo tenore e parlava spesso di progetti cinematografici tra Roma e Firenze. Raccontava anche di essere il figlio della rockstar Lita Ford, storica bassista delle Runaways. Affermazione mai confermata, ma che alimentava il personaggio che si era costruito.
Il mistero si infittisce quando Oskar cerca di ricontattare l’amico: «Quando ho cercato di ricontattarlo, al suo numero ha risposto un’altra persona, uno che organizzava attività subacquee. Ho chiesto più volte di poter tornare nella casa dove abitavano, ma mi hanno fatto mille problemi. Mi dissero che era cambiata la gestione». Anche l’abitazione dove avevano vissuto a Malta sembra scomparsa sotto una nuova gestione, poco trasparente. La realtà che emerge dalle parole del testimone è quella di una doppia vita, condita da mezze verità, identità sospese e un passato che sembra dissolversi nel nulla.

L’identità fantasma di “Stella” e il nodo dell’inchiesta
Il nome Stella è tutto ciò che gli inquirenti hanno per identificare la donna trovata morta insieme alla bambina, presumibilmente sua figlia, tra i cespugli del parco di Villa Pamphilj. Il resto è silenzio. Le autorità italiane lavorano per ricostruire la sua identità, ma finora non sono emerse conferme ufficiali. Le parole di Oskar Christian aggiungono dettagli ma anche ambiguità: si tratterebbe di una cittadina nord-europea, con una vita intricata tra competenze informatiche elevate e un passato che sfuma nel non detto.
L’ipotesi, avanzata dal testimone, è che il lavoro della donna, forse legato a informazioni riservate e dati globali, possa aver avuto un ruolo nella spirale che ha portato alla tragedia. «Non posso credere che Rexal abbia fatto una cosa del genere», ribadisce Oskar, sottolineando come le ultime conversazioni con la coppia – tra cui una telefonata in cui si parlava della gravidanza – non lasciassero presagire nulla. «Lei era incinta e avevamo scherzato su questa cosa», ricorda. La sua versione dei fatti si discosta dall’immagine dell’uomo in fuga: parla di un artista cosmopolita, con molti interessi e rapporti nel mondo del cinema. Chi era davvero Stella?
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