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Juventus, Tudor scuote la squadra: le parole scelte per coinvolgere tutti

Igor Tudor è tornato alla Juventus con una missione ben precisa: risvegliare l’orgoglio di un gruppo smarrito e portarlo dritto in Champions League. Dal primo giorno alla Continassa, il tecnico croato ha messo subito in chiaro il suo approccio: lavoro, motivazione e appartenenza. Non si tratta solo di tattica, ma di testa, cuore e mentalità vincente, elementi che Tudor vuole restituire a una squadra reduce da settimane difficili.

L’ex vice di Pirlo, che ben conosce l’ambiente bianconero, non ha perso tempo: subito un primo allenamento, nonostante i soli undici giocatori a disposizione, e un messaggio chiaro a tutto il gruppo. Alla presenza del direttore sportivo Giuntoli, il tecnico ha puntato forte sulla mentalità Juventus, richiamando i giocatori al dovere: “Siamo la Juventus, dimostriamo sul campo di essere degni di questa maglia“.

Se la squadra ha evidenti problemi sul piano del gioco, Tudor è convinto che il primo intervento debba avvenire sulla psicologia del gruppo. Nei prossimi giorni, infatti, il tecnico avvierà una serie di colloqui individuali per capire lo stato mentale di ogni giocatore e trasmettere la sua visione.

Il croato sa bene che la Juve viene da settimane pesantissime, con l’eliminazione dalla Coppa Italia, la disfatta in Champions e le umiliazioni contro Atalanta e Fiorentina. Il morale è sotto i tacchi, e per rimettere in piedi una squadra ferita serve prima di tutto riaccendere l’orgoglio e il senso di appartenenza. Tudor non è un gestore alla Allegri: lui vuole coinvolgimento, energia e intensità, dentro e fuori dal campo.

Igor Tudor, prima la testa e poi il campo

C’è un dato che può far ben sperare i tifosi bianconeri. Esattamente un anno fa, Tudor prese in mano la Lazio nelle ultime nove giornate di campionato, raccogliendo 18 punti frutto di cinque vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta. Un ruolino di marcia che, se replicato, porterebbe la Juventus a quota 72 punti, un bottino che con ogni probabilità significherebbe accesso alla prossima Champions League.

La missione è chiara, ma la strada è impervia. Tudor dovrà ricompattare lo spogliatoio, ritrovare i giocatori chiave e trasmettere quella ferocia agonistica che nelle ultime settimane è sembrata scomparsa. La Juventus non può fallire l’Europa che conta, e il tecnico croato lo sa bene.

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