Le parole dei team e l’omaggio del paddock
La notizia della morte dei due giovani piloti ha fatto immediatamente il giro del mondo. Il paddock ha reagito con sgomento e dolore. I team coinvolti, attraverso i canali ufficiali, hanno espresso il proprio cordoglio alle famiglie, definendo Jenner e Richardson come “ragazzi straordinari, dentro e fuori dalla pista”. “Owen era con noi da poco, ma aveva già lasciato un segno indelebile con il suo entusiasmo e la sua determinazione”, ha dichiarato il suo team manager. “Shane era un esempio per tutti, sempre pronto ad aiutare gli altri, un vero guerriero neozelandese”, ha aggiunto il team Richardson Racing. Il circuito di Oulton Park, spesso teatro di esordio per giovani talenti britannici, si è unito al lutto con un minuto di silenzio e una corona di fiori deposta in griglia di partenza. Anche le autorità del motorsport britannico hanno aperto un’indagine tecnica sulla dinamica dell’incidente. (Continua dopo le foto)


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Sicurezza in pista e futuro del campionato: una riflessione necessaria
L’incidente rilancia una domanda che periodicamente attraversa il mondo delle corse: quanto è sicura la velocità? Le categorie minori, spesso meno tutelate rispetto ai campionati mondiali, pongono sfide particolari sul fronte della sicurezza, sia a livello di tracciato sia di equipaggiamento. Oulton Park, uno dei circuiti più storici del Regno Unito, è noto per essere tecnico e insidioso, soprattutto in condizioni di pista fredda e con numerosi piloti in gruppo. Dopo l’incidente, non si esclude che il tracciato possa essere sottoposto a nuove verifiche, soprattutto nell’area della Old Hall. Il British Superbike Championship, campionato madre della Supersport, dovrà ora fare i conti con questo lutto collettivo e valutare tempi e modi per una ripartenza. “La sicurezza dei piloti viene prima di tutto”, ha dichiarato in conferenza stampa Stuart Higgs, direttore sportivo della serie. “Siamo devastati per la perdita di Owen e Shane. Le corse continueranno, ma nulla sarà più come prima”.
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