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Strage di Paderno, parla il prete che ha incontrato in carcere Riccardo

Le parole del cappellano

Strage di Paderno. “Mi ha stupito – racconta il sacerdote – forse ne aveva sentito parlare a scuola. Ho trovato un ragazzo fragile, chiaramente provato e frastornato ma molto lucido e in grado di comunicare, con un dolore profondo dentro di sé. Penso che non riesca neanche lui a darsi una spiegazione per quello che è successo. Dopo la confessione abbiamo avuto un breve colloquio, abbiamo avviato un dialogo, senza forzare la mano e affrettare i tempi”. Ieri, Riccardo C. ha avuto un incontro con educatori, psicologi e il suo legale, l’avvocato Amedeo Rizza.

Nel pomeriggio, il ragazzo è stato nuovamente interrogato dalla procuratrice facente funzione per i minorenni, Sabrina Ditaranto. La giornata ha incluso anche un momento particolarmente emotivo, con una confessione che Riccardo ha richiesto a don Burgio. “In vent’anni ho incontrato tantissimi minorenni che hanno commesso reati o hanno un vissuto difficile – spiega il sacerdote – ma questo caso è diverso, mi ha lasciato attonito, pieno di domande che forse non troveranno mai una risposta. Farò di tutto per stargli vicino, per seguirlo nel percorso che si troverà davanti, di rispondere a un bisogno di ascolto e di conforto”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Non esistono ragazzi cattivi”: il motto di don Claudio Burgio

Strage di Paderno. “Non esistono ragazzi cattivi” è il principio guida di don Claudio Burgio, visibile anche nel suo profilo WhatsApp. Questo motto è anche il titolo di un libro pubblicato nel 2015, con una prefazione di don Gino Rigoldi, che narra la sua esperienza come educatore presso il carcere minorile Beccaria, affrontando temi di crisi e rinascita. Il concetto è particolarmente significativo per ragazzi come Riccardo C., che ha manifestato il suo rimpianto per aver causato la morte di tre persone, consapevole che non sarà possibile invertire il corso degli eventi.

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