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Strage di Paderno, cos’è successo quella sera: parla il 17enne

Strage di Paderno, la confessione del 17enne

Strage di Paderno. “Da quest’estate sto male, ma già negli anni precedenti mi sentivo distaccato dagli altri. Forse il debito in matematica può aver influito. A volte i miei genitori mi chiedevano se c’era qualcosa che non andava perché mi vedevano silenzioso, ma io dicevo che andava tutto bene”. Queste sono le parole del 17enne responsabile della strage familiare di Paderno Dugnano, come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare. “Percepivo gli altri come meno intelligenti – ha aggiunto il ragazzo – e spesso non mi trovavo bene con certi ragionamenti o ritenevo che si preoccupassero di cose inutili”. Il nonno materno ha raccontato, come indicato negli atti, che il ragazzo, dopo il triplice omicidio, gli ha detto di aver agito perché voleva “lasciare i beni materiali” e che lui aveva inteso che il giovane voleva “staccarsi dai genitori”.

Il nonno ha chiesto anche perché avesse preso di mira anche il fratello di 12 anni, fino a ucciderlo, e il 17enne ha risposto: “Non sarei riuscito ad abbandonarlo”. Gli atti rivelano che il ragazzo aveva considerato, a suo dire, l’idea di allontanarsi di casa, magari anche in Ucraina, come una delle “soluzioni” per risolvere il suo malessere, ma aveva poi ritenuto che non fosse efficace per raggiungere il suo “scopo”. Inoltre, nelle relazioni degli esperti che lo hanno esaminato recentemente, il giovane ha detto di pensare spesso “alle guerre e mi commuovevo pensando a queste situazioni”, mentre “questo non lo vedevo in amici e familiari”. Oggi è stato conferito l’incarico al medico legale per eseguire le autopsie, previste per la giornata di domani. (Continua a leggere dopo la foto)

strage di paderno

La terribile decisione la sera della festa

“È stata la sera della festa che ho pensato di farlo, non avevo ancora elaborato questo piano però, avevo deciso di usare il coltello perché era l’unica arma che avevo a disposizione in casa. Se avessi riflettuto di più, non l’avrei mai fatto, perché è una cosa assurda”. Queste sono le dichiarazioni del 17enne coinvolto nella strage di Paderno Dugnano, come riportato negli atti dell’ordinanza. Il giovane ha spiegato anche che già da “qualche anno” aveva sviluppato “l’idea di vivere più a lungo delle persone normali, anche per conoscere il futuro dell’umanità” e aveva cominciato a “sentirsi un estraneo”.

Avevo già pensato di commettere questo fatto. Non è stata un’idea che ho avuto ieri sera… – continua il minorenne nella sua deposizione -. Già la sera prima avevo intenzione di farlo, ma non l’ho fatto perché non ero convinto, non me la sentivo. Il pensiero mi è rimasto durante tutto il giorno, poi alla sera è esploso e l’ho fatto. Ieri sera, quando avevo in mano il coltello, ho iniziato e poi ho deciso di non fermarmi più perché pensavo che sarebbe stato peggio se mi fossi fermato”.

Per il 17enne di Paderno Dugnano (Milano), arrestato per l’omicidio del fratellino di 12 anni e dei genitori, il carcere minorile è l’unica misura possibile. Lo ha stabilito la giudice Laura Margherita Pietrasanta, che lo ha interrogato in mattinata. “Per le specifiche modalità e circostanze del fatto e per la personalità della persona sottoposta alle indagini, sussiste il concreto e attuale pericolo che questa possa reiterare, se lasciata libera, analoghe condotte”, si legge nel provvedimento. “Le modalità della condotta si ritengono infatti indicative della pericolosità sociale dell’indagato e dell’incapacità dello stesso di controllare i propri impulsi”.

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