
Il 6 giugno a Oslo l’Italia di Luciano Spalletti si gioca una fetta di futuro: la qualificazione al Mondiale 2026 passa da una gara che rappresenterà uno spartiacque importante per la Nazionale italiana. Un esordio che sa già di sfida decisiva. E che presenta molte difficoltà.
Buffon: “Acerbi? Un giocatore non dice no a Spalletti, ma a qualcosa di più grosso che è l’Italia“
— Sportitalia (@tvdellosport) June 2, 2025
Le parole del Capo Delegazione della Nazionale Gianluigi Buffon sul rifiuto della convocazione in azzurro di Francesco Acerbi 🇮🇹#sportitalia #italia #acerbi #spalletti #buffon pic.twitter.com/hs4GBVzkiF
Il girone di qualificazione al Mondiale 2026, che si giocherà in Stati Uniti, Messico e Canada, non permette passi falsi. L’Italia, reduce dall’impegno di marzo in Nations League, ha due partite in meno rispetto alla Norvegia, che invece ha fatto bottino pieno. Risultato? Azzurri (ovviamente) fermi a zero punti, scandinavi già a sei.
Ecco perché il 6 giugno a Oslo non sarà solo la prima partita del girone per la nostra Nazionale: sarà uno spartiacque. Una sconfitta significherebbe nove punti di distacco, sia pure con due partite in meno. E la necessità di giocarsi tutto al ritorno. E con lo spettro dei playoff che incombe, diventa obbligatorio almeno non perdere.
Come se non bastasse la posta in palio, Spalletti deve fronteggiare il malessere interno. Il caso Acerbi, che ha rifiutato la convocazione per una presunta “mancanza di rispetto” del Mister nei suoi confronti, ha agitato le acque a Coverciano. Il commissario tecnico non si è scomposto e ha chiamato Ranieri, mentre Buongiorno, reduce dallo scudetto col Napoli, ha dovuto lasciare il ritiro per infortunio.
Malgrado le assenze, il CT non cambia filosofia: in difesa ci saranno ancora Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori. Tre nomi che garantiscono affidabilità, ma che dovranno fronteggiare il ciclone Haaland. E non è poco, anche perché nessuno dei tre è un marcatore puro.
Spalletti, quante preoccupazioni per Oslo
Come se non bastasse, la drammatica finale di Champions ha lasciato scorie pesanti negli interisti: Barella, Frattesi e lo stesso Bastoni sono arrivati in ritiro scarichi, più mentalmente che fisicamente. Spalletti lo sa, e proprio per questo cercherà di lavorare sulla psiche dei nerazzurri: e intanto il Ct punterà su Gigi Donnarumma, tornato su livelli altissimi dopo la trionfale stagione al PSG.
È proprio il portiere azzurro il cuore pulsante dello spogliatoio: reduce dalla vittoria in Champions, è carico e motivatissimo. Sarà lui a guidare l’Italia in questi giorni complicati, con l’autorità di chi ha già difeso il tricolore in altre occasioni difficili.
Il calendario non fa sconti. Tre giorni dopo la Norvegia, l’Italia affronterà la Moldova a Reggio Emilia. Sarebbe opportuno arrivarci dopo aver ottenuto un risultato positivo a Oslo. Di fronte ad Haaland e a una nazionale solida e talentuosa, l’Italia dovrà riscoprirsi grande. Serve un segnale. E forse serve proprio questa difficoltà per ricordarci chi siamo. O dove dovremmo essere.
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