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Sinner numero 1 fino a Roma: il clamoroso Ko di Alcaraz a Miami fa infuriare la Spagna

Sinner sorride. Crisi nera per Carlos Alcaraz, che incassa una brutta sconfitta a Miami, uscendo di scena al primo turno contro David Goffin, 34 anni e numero 55 del mondo. Un risultato sorprendente e pesante per lo spagnolo, che non solo vede sfumare la possibilità di superare Sinner nel ranking prima di Roma, ma si ritrova nel mirino della critica, con i media spagnoli che parlano di “figuraccia” e “disastro totale”.

La reazione della stampa iberica non si è fatta attendere. “Il favore del secolo a Sinner“, titola il Mundo Deportivo, sottolineando come la sconfitta di Alcaraz spiani la strada all’azzurro nel mantenimento del numero uno della classifica Atp. Ancora più duro As, che parla di un giocatore “che ormai non riesce più a rialzarsi” e di una condizione fisica e mentale lontana dai suoi standard abituali.

La partita contro Goffin ha confermato i segnali di crisi già emersi nelle scorse settimane. Nonostante la vittoria del primo set (7-5), Alcaraz non è mai sembrato davvero in controllo: nervoso, lento negli spostamenti e con una muscolatura che appare meno esplosiva rispetto al passato.

Sinner e Alcaraz, una rivalità “a rischio”

Il belga, un buon professionista ma lontano dall’élite del tennis mondiale, ha saputo approfittarne vincendo i successivi parziali 6-4, 6-3. Con il flop di Miami, Alcaraz scivola a 6.720 punti nel ranking Atp, perdendo altri 190 punti.

Anche nel caso in cui dovesse vincere i prossimi tornei su terra (Montecarlo, Madrid e Barcellona), non riuscirebbe comunque a raggiungere Sinner, che dimina la scena con i suoi 10.330 punti. A questo punto, l’unico che può ancora minacciare il primato dell’italiano è Alexander Zverev, atteso oggi al debutto contro l’inglese Fearnley.

Per Alcaraz, invece, il futuro appare sempre più incerto. Dopo Miami, serve una svolta immediata per evitare che la crisi diventi irreversibile. Mentre la Spagna si interroga su cosa sia successo al suo tennista di punta, che non riesce a esprimere il gioco che lo aveva reso il rivale più diretto di Jannik per il dominio del tennis mondiale.

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