Mistero irrisolto
“Vogliamo sapere chi ha ucciso Serena” ha detto il sindaco di Arce, Luigi Germani. Per la prima sezione della Corte capitolina la giovane non è morta in un alloggio della caserma dell’Arma, pista su cui si erano concentrate le indagini dopo le dichiarazioni del brigadiere Santino Tuzi: sette anni dopo aveva riferito agli inquirenti di averla vista entrare quella mattina del primo giugno, intorno alle 11. Il militare sarà poi trovato privo di vita, per la procura si trattò di suicidio. E allora chi è stato? Cosa è successo?
“Non ci sono prove né il movente” hanno sempre ribadito i legali dei Mottola. Un giallo, quello di Arce, fatto anche di dubbi, prove sparite, indagini andate a vuoto, indizi ed elementi che per le difese sono stati trascurati. Quali? «Noi l’abbiamo anche detto durante il dibattimento – ha spiegato l’avvocato Cinzia Mancini, tra i difensori di Suprano -. Ad esempio non è stata mai data importanza agli avvistamenti successivi, entrambi del primo giugno, che collocano. Serena alle 13 al mercato di Arce e alle 15 davanti a una pizzeria di Isola del Liri in compagnia di un giovane. E poi si è parlato di un ragazzo più grande che conosceva Serena: lei di questo si era confidata con alcune amiche. Situazioni purtroppo mai approfondite e che probabilmente meritavano più.
È stato prelevato Dna ad oltre duecento cittadini, ma la comparazione con le tracce isolate sul nastro che avvolgeva Serena ha dato esito negativo. Ma c’è anche un’impronta digitale, rimasta senza identità , individuata sul corpo: «Non è stata mai identificata e non corrisponde a nessuno dei cinque finiti sotto inchiesta e ora assolti» ha aggiunto il legale. Ma c’è anche un impronta digitale, rimasta senza identità , individuata sul corpo: «Non è stata mai identificata e non corrisponde a nessuno dei cinque finiti sotto inchiesta e ora assolti» ha aggiunto il legale. Per gli avvocati la verità andrebbe cercata anche nei campioni di organi prelevati nella prima autopsia e poi spariti, tra cui alcuni frammenti del cranio.