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Ricomincia l’NBA: come si presentano i team al via

Il 21 ottobre ricomincia l’NBA, il campionato di basket più amato al mondo. Le trenta squadre hanno praticamente finito di puntellare i propri roster, e si avvicinano ai nastri di partenza con rinnovate ambizioni: abbiamo deciso di fare il punto su alcuni dei team più interessanti, tra chi ha già in tasca la possibilità di arrivare fino in fondo e chi, invece, si trova in una situazione di grande incertezza tra mercato poco funzionale e infortuni.

Cosa faranno i Boston Celtics?

I Boston Celtics si trovano ad affrontare una stagione privati del loro miglior giocatore, Jayson Tatum, che si è infortunato negli ultimi playoff. In aggiunta, il reparto lunghi si è estremamente indebolito con le partenze di Kristaps Porzingis, Al Horford e Luke Kornet. Ora, i biancoverdi hanno un ventaglio di scelte che si limita sostanzialmente ai soli Neemias Queta, Luka Garza e Xavier Tillman: non esattamente il pacchetto lunghi ideale, anche se alcuni elementi possono comunque dire la loro. Insomma, per i campioni del 2024 si prospetta un anno lungo e difficile in attesa del ritorno di Tatum.

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I Philadelphia 76ers sono un completo disastro

La situazione di Philadelphia sfiora il disastro. Durante il media day sia Paul George che Joel Embiid hanno fatto capire di non poter quantificare il loro impiego nel corso della prossima stagione, e la cronica attitudine agli infortuni di questi due profili non promette per niente bene. Del nucleo della squadra rimane attivo il solo Tyrese Maxey, che cercherà di estrarre il meglio dagli altri elementi del roster. E non è tutto: Maxey, Embiid e George andranno ad occupare circa il 90% del salary cap della squadra, impedendo alla dirigenza di aggiungere elementi di valore.

Giannis Antetokounmpo, e poi?

I Milwaukee Bucks hanno salutato in maniera amara l’esperimento Damian Lillard – Giannis Antetokounmpo, infruttuoso per via di una chimica mai del tutto sbocciata e dei problemi fisici della guardia arrivata da Portland. Come ogni anno, dunque, si presenta il solito problema: chi sarà in grado aiutare l’unico giocatore in grado finire nella Top 4 per il premio di MVP nelle ultime 7 stagioni? Myles Turner, appena arrivato dagli Indiana Pacers, è una buona chiamata, ma di certo non basterà.

Gli Orlando Magic sono pronti al grande salto?

Orlando ha puntellato le proprie carenze offensive con l’acquisto di Desmond Bane, che garantirà tiro da tre e ampie spaziature, e Tyus Jones, prezioso dal perimetro. In aggiunta, Franz Wagner e Tristan Da Silva sono reduci dall’oro al Mondiale 2025, un boost psicologico ed emotivo che potrebbe portare a una crescita di prestazione per entrambi. La Eastern Conference offre storicamente una concorrenza più blanda, e con i Celtics e i Pacers ridimensionati non è impensabile pensare a un piazzamento nella parte alte della classifica.

Denver Nuggets punta al titolo, per davvero

Sebbene ad ogni stagione sembrino in procinto di bissare il successo del 2023, negli ultimi due anni i Denver Nuggets sono incappati in una serie di problemi che ne hanno ridimensionato le aspirazioni. Ai nastri di partenza, il roster sembra essere pronto per vincere senza se e senza ma, grazie al ritorno di Bruce Brown e all’aggiunta di Cam Johnson e Tim Hardaway Jr. Vedremo se sarà così.

OKC può entrare nel libro dei record?

Oklahoma City è rimasta sostanzialmente la stessa squadra che ha appena vinto il titolo, perciò è legittimo aspettarsi un back to back. Ma ciò che è ancora più interessante è la possibilità di superare il record delle 73 vittorie siglato da Golden State nel 2015-2016. Del resto, lo scorso anno la squadra è arrivata prima a Ovest con un parco lunghi limitato (Chet Holmgren ha giocato poco più di 30 partite e anche Isaiah Hartenstein non è riuscito ad garantire continuità). Se la squadra è al massimo della forma, cosa potrebbe fermarli?

Alla fine, Jonathan Kuminga resta a Golden State

È stata una lunga estate per Jonathan Kuminga, che più volte è sembrato sul punto di partire. Come è noto, il giocatore non è particolarmente amato dal coaching staff, e egli stesso ha manifestato insofferenza verso i membri storici della squadra (Curry e Green in primis); allo stesso tempo, è troppo talentuoso per essere scartato senza ottenere una ricca contropartita. Alla fine, non essendosi materializzate le condizioni ottimali per lo scambio, Kuminga è rimasto a Golden State. Ma la sua scarsa propensione a integrarsi nel sistema Warriors non sarà più tollerata.

San Antonio Spurs: missione playoff

I San Antonio Spurs sono sempre più modellati a immagine e somiglianza di Victor Wembanyama. Il talento francese è reduce da un’estate difficile da spiegare, tra ritiri spirituali con i monaci cinesi e allenamenti privati con illustri campioni NBA. Sebbene non perfetto, il roster presenta il giusto mix di gioventù ed esperienza: la corsa ad Ovest è spietata, ma con Wembanyama non bisogna dare nulla per scontato.

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