Paul Pogba, il centrocampista della Juventus e della nazionale francese, è al centro di un’inchiesta antidoping che potrebbe avere conseguenze drammatiche per la sua carriera. Il giocatore è risultato positivo al testosterone, un ormone vietato dalle norme antidoping, dopo la partita di campionato contro l’Udinese del 28 agosto 2023. La notizia è stata resa nota il 11 settembre, dopo che le analisi sul campione Pogba ha chiesto le controanalisi sul campione B, che sono state effettuate ad ottobre, confermando la positività. Pogba ora rischierebbe una squalifica di 4 anni, come previsto dal codice sportivo antidoping.
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Cos’è il testosterone?
Il testosterone è un ormone appartenente alla categoria degli androgeni, che ha effetti anabolizzanti e stimola la crescita muscolare e la resistenza fisica. La sua assunzione è considerata doping perché altera le condizioni naturali dell’atleta e ne migliora artificialmente le prestazioni. La Wada (World Antidoping Agency) ammette solo l’uso del testosterone in caso di comprovato ipogonadismo maschile da cause organiche, cioè una ridotta produzione di ormoni sessuali da parte dei testicoli. In tutti gli altri casi, l’assunzione di testosterone è considerata una violazione delle norme antidoping. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Secondo quanto affermato da Sky Sport, sembra dunque essere tramontata l’ipotesi di un patteggiamento con la riduzione della pena che avrebbe potuto portare a soli due anni di squalifica. L’accordo infatti sembra non essere stato trovato e ora per il centrocampista francese occorrerà andare a processo per scongiurare la pena massima di 4 anni.
Quale succederebbe in caso di squalifica per Pogba
Una squalifica di 4 anni costringerebbe Pogba a restare lontano dai campi di calcio fino ai 34 anni, con il rischio di perdere la forma fisica e il livello tecnico che lo hanno reso uno dei migliori centrocampisti al mondo in passato. Inoltre, la Juventus potrebbe chiedere la rescissione del suo contratto, che scade nel 2025.