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Pep Guardiola, viaggio in una crisi senza fondo: cosa sta succedendo al City

Pep Guardiola, dopo la sconfitta di Torino con la Juve, è parso quasi rassegnato. La crisi del Manchester City è tanto improvvisa quanto sorprendente nelle dimensioni. Con appena una vittoria e ben sette sconfitte nelle ultime dieci partite, la squadra del Mister più apprezzato d’Europa sembra ora in caduta libera.

Cosa sta succedendo al club che, fino a pochi mesi fa, era sinonimo di perfezione tattica e programmazione vincente? Per comprendere il declino del City, bisogna tornare indietro nel tempo, a quando la macchina perfetta costruita da Guardiola sembrava destinata a non fermarsi mai.

Per anni, come ha chiarito in un’analisi puntuale Alessandro Aliberti su Tuttosport, il club si è distinto per una pianificazione strategica impeccabile, anticipando di oltre un anno e mezzo le mosse sul mercato, riuscendo a rinnovarsi senza passare attraverso fasi di transizione pericolose. Ora questa capacità di programmazione sembra perduta.

Tra le cause principali del tracollo figura la gestione delle ultime campagne acquisti da parte dello storico direttore sportivo Txiki Begiristain, che ha investito somme ingenti su giocatori come Jack Grealish, Matheus Nunes e Kalvin Phillips, senza ottenere il ritorno sperato in termini di rendimento.

Anche sul fronte delle cessioni sono stati commessi degli errori: giocatori come Cole Palmer e Julián Álvarez sono stati lasciati partire frettolosamente, indebolendo la squadra. Anche Guardiola ha le sue responsabilità. L’allenatore catalano, che ha portato il City ai massimi vertici calcistici con quattro Premier League consecutive e il treble di due anni fa, sembra ora prigioniero della sua stessa lealtà.

Guardiola non ha avuto il coraggio di rinnovare profondamente il gruppo, mantenendo una rosa che, per quanto fedele e vincente, mostra ora segni di logoramento. La decisione del Mister spagnolo di restare al City ha stupito molti. Il rinnovo ha due possibili spiegazioni: da una parte, la riconoscenza per il club. Dall’altra, la paura che la sua sembrasse una fuga prima del processo per illeciti sul fair-play finanziario. Elementi che hanno impedito a Pep di scegliere con lucidità.

Pep Guardiola, il momento della verità

L’altro elemento centrale di questa crisi è il direttore sportivo Begiristain, accusato di aver perso il tocco che per anni lo ha reso uno dei migliori nel suo ruolo. Il mercato sbagliato e la mancanza di un ricambio generazionale adeguato hanno contribuito a indebolire una squadra che sembrava inarrestabile.

Con il club in caduta libera, Guardiola si trova di fronte a una delle sfide più difficili della sua carriera. Serve una svolta: che sia una rivoluzione tattica, un rinnovamento della rosa o un cambio di approccio mentale, il Manchester City non può permettersi di restare a lungo nell’ombra. Questa crisi potrebbe segnare la fine di un ciclo o, al contrario, rappresentare l’inizio di una nuova era. E la risposta a queste domande rappresenta per Guardiola una sfida non semplice, ma stimolante. Forse proprio quello stimolo che ultimamente gli è mancato.

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