
Un gesto di rottura, di quelli che segnano un cambio di passo nella storia della diplomazia vaticana. Papa Leone XIV ha parlato mercoledì pomeriggio al telefono con Vladimir Putin, affrontando senza mediazioni il tema della guerra in Ucraina. A riferirlo è la Sala Stampa della Santa Sede, che ha reso noto il contenuto del colloquio: il Pontefice ha chiesto un “gesto concreto per favorire la pace”, ribadendo il valore del dialogo e la necessità urgente di fermare la violenza.

Il Papa si schiera: “Fai un gesto di pace”
Non è solo diplomazia. Nella telefonata, il Papa ha parlato anche dello scambio di prigionieri e dell’azione di Matteo Maria Zuppi, il cardinale incaricato delle missioni vaticane per la pace. E se da parte del Pontefice non sono mancati i ringraziamenti formali al patriarca Kirill, quello che emerge con forza è un nuovo stile, diretto e deciso, che rompe con la tradizione della terzietà. Il Santo Padre non ha chiesto “gesti di pace” a entrambi, come avrebbe fatto Bergoglio. Ha chiesto un gesto preciso a Putin. È qui la svolta.

Il significato geopolitico secondo Schiavazzi: “È una scelta di campo”
Intervistato da Fanpage.it, Piero Schiavazzi, docente di geopolitica vaticana e firma di Limes, non ha dubbi: “È una vera e propria scelta di campo. Non più neutralità, ma difesa del più debole, anche a costo di urtare Mosca”. Secondo l’analista, Leone XIV è un Papa “leoniano”, pronto ad agire come Leone Magno, il pontefice che secondo la tradizione si oppose ad Attila. “Questo Papa ha già scelto – aggiunge –: si muove come un Leone Magno”. Il nome stesso, Leone XIV, è un richiamo storico potente, e il suo pontificato lo sta incarnando. “Farò di tutto”, aveva promesso dal balcone di San Pietro l’8 maggio. E oggi quella frase si traduce in un atto concreto: interpellare direttamente Putin.
Il confronto con Papa Francesco è inevitabile. Bergoglio, davanti alla guerra, tentò fino all’ultimo di mantenere un equilibrio, rifiutandosi di andare a Kiev senza passare prima da Mosca. Leone XIV, invece, ha deciso di schierarsi apertamente con l’Ucraina, definendo la guerra russa un atto di “imperialismo”. Un aggettivo che, secondo Schiavazzi, segna una cesura netta con il passato: Francesco parlava di una Russia “imperiale”, termine geopolitico; Prevost di una Russia “imperialista”, giudizio morale.
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